Da Panda a Penguin: una panoramica sugli aggiornamenti più importanti di Google

No, non è una rassegna degli animali allo zoo, al contrario: quando si parla di Panda, Penguin, Hummingbird e altri, tutti gli specialisti SEO diventano improvvisamente seri. Si tratta infatti degli aggiornamenti di Google più famosi e più importanti degli ultimi anni. Nel settore online questi aggiornamenti sono attesi con le gambe tremanti, in quanto per alcuni gestori di siti web potrebbero avere conseguenze negative sul posizionamento del proprio sito.

Di solito le modifiche all’algoritmo del leader dei motori di ricerca hanno l’obiettivo di migliorare e di rendere più pertinenti i risultati di ricerca per gli utenti di Google: l’inconveniente risiede nel fatto che non è possibile sapere in anticipo quali parametri Google ha modificato e in che modo si può intervenire. Vi offriamo una panoramica sui più importanti aggiornamenti agli algoritmi e le loro possibili conseguenze, mostrandovi come riconoscere gli eventuali effetti sul vostro sito.

Presentazione degli aggiornamenti più recenti

Quando è avvenuto l’ultimo aggiornamento di Google? Chi ne è rimasto coinvolto e quali effetti ha generato? Una risposta a queste domande si trova nei paragrafi successivi dedicati agli ultimi update dell’algoritmo del motore di ricerca.

04.05.2020 - May 2020 Core Update

Nonostante la crisi dovuta al coronavirus, Google non ha smesso di lavorare sul proprio algoritmo. Il 4 maggio, infatti, il gigante dei motori di ricerca ha annunciato l’aggiornamento “May 2020 Core Update”. Appena qualche ora dopo è iniziato subito il lancio, anche se stando a Google potrebbero volerci fino a due settimane prima di vederne gli effetti. Come per gli ultimi suoi importanti aggiornamenti, Google ha annunciato ufficialmente il May 2020 Core Update via Twitter.

13.01.2020 - January 2020 Core Update

Non sono ancora trascorse due settimane dall'inizio del 2020 che Google ha già sorpreso i webmaster con un nuovo core update. Sull'account Twitter ufficiale di Google SearchLiaison il leader dei motori di ricerca ha annunciato il nuovo "January 2020 Core Update":

January 2020 Core Update Twitter Post

Tutti i suggerimenti generali precedenti sui core update di Google resteranno probabilmente validi anche per il January 2020 Core Update.

25.10.2019 - BERT Update

Dopo tutti i core update di quest'anno, Google sarà di nuovo in azione alla fine del 2019. Con il BERT update, Google sta introducendo uno dei più grandi cambiamenti al sistema di ricerca dall'introduzione di RankBrain circa cinque anni fa. In un articolo del blog l'azienda ha annunciato ufficialmente questo aggiornamento. BERT è l'abbreviazione di Bidirectional Encoder Representations from Transformers ed è una tecnica basata sulla rete neurale per la preformazione di Natural Language Processing (NLP; in italiano: "elaborazione del linguaggio naturale"). Il motore di ricerca ha già presentato questa tecnologia nel novembre 2018 in un articolo sul blog, rilasciandola subito come open source.

Con BERT, le ricerche degli utenti verranno comprese ancora meglio. Ad esempio, il contesto di una parola inserita può ora essere riconosciuto più precisamente e venire preso così in considerazione. Nella sua analisi e valutazione l'algoritmo si concentrerà di più sulle preposizioni come "per" ("for") o "a" ("to").

Google rilascia l'aggiornamento BERT per l'inglese, ma seguiranno altre lingue. Secondo Google, negli Stati Uniti l'aggiornamento dovrebbe già dare risultati significativamente migliori per una ricerca su dieci. Anche se sembrerebbe trattarsi solo di una piccola parte delle richieste, è in realtà un enorme passo avanti. Nel post del blog si trovano esempi chiari al riguardo.

Oltre ai normali risultati di ricerca, Google applica l'aggiornamento BERT anche per migliorare la funzionalità snippets, cioè le brevi risposte evidenziate che si trovano occasionalmente sopra i normali risultati di ricerca. Secondo Google, il BERT update dovrebbe già dare risultati migliori in oltre 20 paesi. L'azienda cita esplicitamente il coreano, l'hindi e il portoghese.

Anche se Google vede il nuovo aggiornamento BERT come un grande passo avanti nel miglioramento della comprensione linguistica dei suoi utenti, l'azienda è consapevole che il risultato ottenuto da molte ricerche non è ancora perfetto. Di conseguenza, ciò lascia intuire che l'elaborazione del linguaggio è lungi dall'essere conclusa e che ci si potranno aspettare ulteriori miglioramenti nel tempo.

24.09.2019 – September 2019 Core Update

Da quando Google ha cominciato ad annunciare attivamente i Core Update, i webmaster sono sempre all’erta, in trepidante attesa del prossimo aggiornamento. Dopo circa tre mesi dall’ultimo Core Update è finalmente giunto il momento del “September 2019 Core Update”. Si tratta del terzo aggiornamento dall’inizio dell’anno, che conferma così la cadenza trimestrale del rilascio degli aggiornamenti da parte del motore di ricerca. L’annuncio è stato fatto da Google tramite l’account Twitter ufficiale dedicato alla comunicazione con i webmaster “Google SearchLiaison”:

Come per gli aggiornamenti precedenti, Google si riserva dal rilasciare commenti sulle caratteristiche concrete dell’update. Ulteriori informazioni sono però reperibili nel post del blog di Webmaster Central, il punto di riferimento per chiunque sia interessato a ricevere maggiori dettagli sui Core Update. Secondo Sistrix, il celebre servizio di strumenti SEO, per quanto riguarda Germania e Spagna in prima linea le pagine più colpite dall’aggiornamento sono quelle relative al settore viaggi, ma anche quelle del settore salute, come già accaduto nel precedente Google Update.

03.06.2019 - June 2019 Core Update

L’ultimo aggiornamento di Google per il 2019 rivela gli sforzi sempre maggiori che Google sta facendo per essere almeno un po’ più trasparente. Google non solo ha annunciato il Core Update il giorno prima, ma ha dato anche all’aggiornamento un nome ufficiale: “June 2019 Core Update”, il che è finora un’assoluta rarità.

Con queste informazioni, l’azienda naturalmente impedisce numerose speculazioni, ma come al solito rimane riluttante a fornire ulteriori informazioni sull’aggiornamento. Il gigante dei motori di ricerca, infatti, ancora una volta non specifica quali modifiche siano state fatte sull’algoritmo e come si debbano regolare i webmaster.

12.03.2019: March 2019 Core Update

Il 12 marzo è avvenuto il primo update del 2019 confermato ufficialmente da Google. Come anche nel caso degli ultimi aggiornamenti di Google, si è trattato sempre di un core update. Google stesso ha ribattezzato l’update con il nome di “March 2019 Core Update“, poiché tra i webmaster circolavano altre denominazioni confusionarie, come “Florida 2-Update”. L’aggiornamento corrente non ha niente a che fare con il precedente Florida Update, come ha confermato Google:

Dato che si tratta di un altro core update, il consiglio di Google su come i gestori di una pagina dovrebbero reagire all’update rimane invariato (come riportato sotto nell’articolo).

Secondo il portavoce di Google Danny Sullivan è già il terzo core update da quando Google ha ufficialmente confermato la messa in atto di aggiornamenti maggiori. È stato lanciato in tutto il mondo e l’implementazione dovrebbe durare una settimana o poco più.

08.10.2018: Medic Update 2

A metà agosto è girata la voce dell’aggiornamento delle SERPs di Google dal nome fuorviante “Medic Update”. Alcune pagine web hanno perso visibilità fino all’80 percento. Ma come al gioco, anche con Google c’è chi vince e c’è chi perde. Ci sono infatti stati innumerevoli casi di gestori di pagine web che hanno aumentato molto la propria visibilità.

Google ha confermato solo che c’è stato un aggiornamento, senza rivelare quali modifiche fossero state apportate all’algoritmo. È così cominciata l’indagine sul mistero dei cambiamenti dell’update di Google e sulle eventuali modifiche da apportare quando il proprio sito web ne ha subito un’influenza negativa. Maggiori informazioni al riguardo si trovano nel paragrafo “Medic Update”.

Con il nuovo aggiornamento dell’08.10.2018, che è stato chiamato dagli addetti ai lavori semplicemente “Medic Update 2” (anche se il nome non è appropriato, è stato mantenuto per comodità), sembra che Google abbia in parte annullato o attenuato le modifiche derivate dal primo Medic Update.

Come già successo con il primo Medic Update, sono state colpite soprattutto le pagine web con temi sensibili, che trattano ad esempio di salute, prestiti, assicurazioni, ecc. È interessante notare che si sono risollevate anche pagine alle quali i rispettivi webmaster non avevano apportato alcuna modifica. Il Medic Update 2 dimostra ancora una volta come Google faccia errori e cerchi di tornare indietro sui propri passi con altri aggiornamenti, togliendo il terreno sotto i piedi ai webmaster.

29.09.2018: piccolo aggiornamento al core dell’algoritmo

Dopo che dal Medic Update sono usciti alcuni sconfitti e molti vincitori, l’aggiornamento successivo minore, confermato da Google, è stato lanciato nella settimana del 29.09.2018. Nel tweet di conferma da parte di Danny Sullivan il portavoce ha sostenuto nuovamente come il core dell’algoritmo di Google venga aggiornato continuamente. Anche se Sullivan parla di un update “minore”, i webmaster hanno constatato delle forti ripercussioni nell’indice di visibilità dei propri siti.

13.08.2018: Medic Update

Il nome “Medic Update” non gli rende giustizia. Tuttavia chiarisce ancora una volta quanto sia difficile e fuorviante l’analisi esterna di un aggiornamento di Google. A nominarlo così sono stati quelli che lavorano in ambito SEO, che hanno notato dopo le prime analisi come da questo update di Google siano stati colpiti soprattutto i siti del settore medico. Questa deduzione è stata però smentita ufficialmente dal webmaster analista dei trend di Google Gary Illyes, che ha annunciato sul palco della Search Masters Brasil che l’update ha riguardato soprattutto i siti del settore medico solo per una “fortunata coincidenza”. Alcuni giorni prima il portavoce ufficiale di Google Danny Sullivan aveva confermato che questo aggiornamento riguardava un “Broad core update”, che interessava tutti tipi di ricerca:

Anche se la denominazione di “Medic Update” risulta un po’ fuorviante, il fulcro della supposizione potrebbe essere comunque appropriato per l’aggiornamento: sono coinvolte soprattutto le pagine web in cui la fiducia dei visitatori gioca un ruolo fondamentale. Google riassume questo criterio con l’abbreviazione E-A-T, dove E-A-T sta per i termini inglesi Expertise (competenza), Authoritativeness (autorevolezza) e Trustworthiness (attendibilità). Questi tre criteri sono particolarmente importanti per i siti con un contesto YMYL, dove l’abbreviazione indica i termini inglesi “Your Money or Your Life”. Ciò significa tradotto “i tuoi soldi o la tua vita” e comprende le pagine che con le loro informazioni potrebbero avere influenza sulle finanze, sulla salute, sulla soddisfazione o sulla sicurezza di chi cerca su Google.

Nel caso in cui si sia stati colpiti dal Medic Update, si dovrebbero consultare le linee guida ufficiali sulla valutazione della qualità da parte di Google. Questa guida interna dovrebbe dare ai “quality rater” umani di Google un orientamento di come dovrebbe presentarsi una pagina web perfetta per il motore di ricerca. Per i temi riguardanti il campo della salute dovrebbe essere visibile chiaramente chi è l’autore dell’articolo e quale qualifica professionale ricopra.

01.08.2018: aggiornamento del core dell’algoritmo

Il terzo maggiore aggiornamento del core dell’algoritmo nel 2018 è stato eseguito il 01.08.2018. Google ha ufficialmente confermato su Twitter che si trattava in questo caso di un “broad core algorithm update”. Allo stesso tempo il tweet ha fatto riferimento ai suggerimenti per l’aggiornamento delle note precedenti su come reagire a questi update in qualità di gestore del sito (nell’articolo più sotto potete consultare anche gli altri tweet). Anche il rappresentante ufficiale di Google ha confermato di nuovo su Twitter che nel caso degli ultimi spostamenti del ranking si trattasse di un update di Google. Contestualmente ha fatto riferimento al seguente tweet:

Anche in questo aggiornamento di Google, Sullivan ha ribadito che nel caso di determinati update i webmaster verrebbero informati qualora potessero effettuare particolari modifiche. In questo caso però i gestori dei siti non possono modificare niente in particolare per compensare eventuali perdite di posizione. Google vuole in questo modo evitare che i webmaster tentino di “riparare” elementi che non sono affatto danneggiati:

Ha anche sottolineato che la chiave del successo risiederebbe negli ottimi contenuti. Ha però ammesso che anche questa volta ha dato la “stessa risposta annosa” che è stata fornita molte altre volte.

16.04.2018: aggiornamento del core dell’algoritmo

Dopo che è avvenuto un aggiornamento maggiore del core dell’algoritmo a marzo di quest’anno, ad aprile Google ha aggiunto legna sul fuoco. Su Twitter l’azienda del motore di ricerca ha annunciato che lunedì 16.04.2018 sarebbe stato eseguito un aggiornamento maggiore del core dell’algoritmo. Per altre informazioni Google ha rimandato al tweet dell’ultimo update di marzo.

07.03.2018: aggiornamento del core dell’algoritmo

L’ultimo aggiornamento maggiore di Google è avvenuto il 7 marzo 2018. Sull’account ufficiale Twitter @searchliaison il leader dei motori di ricerca ha confermato il 12 marzo le supposizioni dei webmaster che ci fosse stato nei giorni scorsi un update più importante:

Questo Core Algorithm Update è un aggiornamento maggiore che Google attua in questa forma solo un paio di volte all’anno. In questo caso l’azienda apporta una modifica direttamente al cuore dell’algoritmo di Google. In altre parole in questi core update vengono coinvolte moltissime pagine, con effetti visibili e percepibili. Google tace però su quali modifiche vengano effettivamente apportate. Per i gestori dei siti è così quasi impossibile reagire a questi aggiornamenti.

In un altro tweet sull’aggiornamento di marzo Google ha spiegato che finora avevano beneficiato dell’update solo i siti sottovalutati. Per coloro che sono stati danneggiati dall’update che devono fare i conti da marzo 2018 con diminuzioni di visitatori e perdita di visibilità, Google ha dichiarato che non ci sarebbe niente di sbagliato in queste pagine. Non ci sarebbe neanche nessun “fix”, basta solo concentrarsi nella pubblicazione di ottimi contenuti.

Rispetto agli altri update degli anni scorsi, non è stato dato un nome ufficiale per l’aggiornamento del 07.03.2018.

Nell’hangout in inglese del 06.04.2018 fornito ai webmaster, John Mueller ha spiegato concretamente che nel caso di questo aggiornamento al centro non è stata messa la qualità, ma piuttosto la pertinenza. Per aumentare la pertinenza della propria pagina, Mueller consiglia di chiedere con un sondaggio agli utenti cosa si potrebbe fare diversamente per migliorare il sito. Si dovrebbero anche sempre verificare i requisiti tecnici, ad esempio se la pagina continua a essere scansionata dal Google bot.

Perché Google cambia i suoi algoritmi?

Le modifiche agli algoritmi di Google (di solito si parla di aggiornamenti di Google) hanno una finalità importante: migliorare la qualità dei risultati di ricerca, per mostrare all’utente soltanto contenuti rilevanti e di qualità. Fino ad alcuni anni fa, cioè prima di Panda, Penguin ed altri, per i gestori di un sito era molto più semplice manipolare i risultati di ricerca. Grazie alle diverse attività SEO (oggi si parla di Black Hat SEO) si cercava di manipolare la rilevanza di una pagina per ottenere un posizionamento migliore. Tra i mezzi più amati c’erano i cosiddetti Keyword Stuffing (letteralmente “imbottitura di parole chiave”) o il Cloaking. Ma sono esattamente questi i trucchi che Google di tanto in tanto vuole evitare, al fine di mostrare ancora i contenuti più rilevanti tra le prime posizioni. Le modifiche agli algoritmi dovrebbero far perdere competitività alle attività di spamming e alle misure SEO meno trasparenti. Infatti l’algoritmo determina la rilevanza di una pagina nell’indicizzazione di Google e così anche il posizionamento nei risultati di ricerca. Google prende in considerazione circa 200 diversi fattori di ranking per determinare la qualità e la rilevanza di una pagina. Se c’è un aggiornamento, Google lo applica, adattandovi anche l’algoritmo, cosa che può causare effetti più o meno notevoli. Gli aggiornamenti di Google possono:

  • Modificare il peso dei fattori esistenti
  • Introdurre fattori nuovi

Effetti degli aggiornamenti di Google

Gli effetti degli aggiornamenti tra i risultati di ricerca nonché la visibilità di una pagina sono variabili. Se si è coinvolti in un aggiornamento, lo si osserva facilmente sulla base dell’indice di visibilità di SISTRIX. Tramite questo strumento SEO è possibile monitorare la visibilità nel tempo. Google intanto rende i grandi aggiornamenti pubblici, cioè è possibile vedere se un peggioramento della posizione del sito sia riconducibile all’aggiornamento. D’altra parte le pagine possono trarre vantaggio dagli aggiornamenti. SISTRIX mostra gli aggiornamenti più importanti di Google su un grafico; se contestualmente la visibilità dopo un update diminuisce, questo denota una valutazione negativa dovuta all’aggiornamento dell’algoritmo. È quindi necessario fare attenzione: non sempre un aggiornamento automatico è il responsabile della perdita di visibilità. Anche errori tecnici come contenuti non raggiungibili o reindirizzamenti errati possono peggiorare velocemente il posizionamento di una pagina. SISTRIX offre inoltre uno speciale Google Update Checker. Chi inserisce il suo URL vede gli effetti di tutti gli aggiornamenti di Google finora conosciuti in sequenza temporale e in dati percentuali.

I più importanti aggiornamenti di Google negli ultimi anni

Gli esperti contano oltre 40 aggiornamenti nell’algoritmo di Google dal 2009. Una lista la trovate per esempio sulla pagina di SISTRIX sopra citata, ma qui vi presentiamo i 5 update più rilevanti per i gestori di siti web.

2011: Panda update

Il primo rollout dell’update Panda è stato diffuso nel febbraio 2011 negli USA, invece in Italia è arrivato solo più tardi. Panda è stato originariamente concepito come un filtro, ed è intanto diventato un elemento fisso del core dell’algoritmo di Google. Per quanto Panda non sia attivo in tempo reale, effettua comunque un controllo continuo sulla qualità dei risultati di ricerca.

Qual è l’obiettivo dell’aggiornamento Panda?

L’obiettivo dell’aggiornamento Panda è soprattutto quello di diminuire la visibilità di siti web con contenuti di scarsa qualità e di mostrare agli utenti tra i risultati di ricerca solo pagine con contenuti il più possibile rilevanti e di qualità. L’aggiornamento aiuta a identificare pagine con un contenuto di poco valore o contenuti spam (per esempio le cosiddette Content Farm) e riguarda, rispetto agli aggiornamenti precedenti, interi siti web o alcune parti, non solo singole sottopagine.

Per questo viene assegnato a tutti i siti, sulla base dei loro contenuti, un cosiddetto punteggio di qualità dei contenuti che influenza il posizionamento. Google non ha rivelato quali sono i criteri esatti su cui si basa questo punteggio, ma le conoscenze degli esperti del SEO hanno mostrato che i seguenti fattori esercitano un’influenza negativa sulla visibilità di una pagina:

  • alto tasso di contenuti doppi (Duplicate Content)
  • basso tasso di contenuti originali (Unique Content)
  • contenuti di scarsa qualità e irrilevanti
  • tempo di permanenza basso
  • frequenza di rimbalzo alta
  • contenuti spam
  • molti contenuti pubblicitari
  • iperottimizzazione dei contenuti, per esempio tramite Keyword Stuffing

Chi è stato colpito dall’aggiornamento Panda?

A risentirne di più dell’aggiornamento Panda sono soprattutto pagine con contenuti di scarsa qualità e quelle completamente inutili per l’utente. Tra queste in particolare le cosiddette Content Farm, che puntano sulla quantità e non sulla qualità, per generare il maggior numero possibile di clic. Anche le link farm, concepite inizialmente per la realizzazione di backlink e molto diffuse fino a pochi anni fa, ma che non offrivano alcun contenuto, sono state colpite dagli effetti negativi degli aggiornamenti Panda.

Secondo Google, negli Stati Uniti l’aggiornamento di Panda ha avuto effetti sul 12 per cento dei risultati di ricerca. Alcune pagine hanno subito perdite significative nel ranking fino all’86 per cento. Queste conseguenze d’altra parte hanno giovato ad alcuni, soprattutto siti di notizie e mass media.

2012: Penguin Update

Il lancio a livello mondiale del primo aggiornamento Penguin è avvenuto nell’aprile del 2012. Tra il 2012 e il 2014 ci sono stati in tutto cinque modifiche all’algoritmo e l’aggiornamento delle banche dati.

Qual è l’obiettivo dell’aggiornamento Penguin?

L’aggiornamento Penguin viene spesso chiamato aggiornamento webspam. Esattamente in questo consiste l’obiettivo principale della modifica dell’algoritmo, cioè quello di ridurre ulteriormente lo spam nei risultati di ricerca, per migliorare la rilevanza e la qualità dei risultati.

Con il termine “webspam” Google intende soprattutto quelle azioni volte a migliorare il posizionamento di un sito senza che effettivamente “meriti” quella posizione. Un sito ottimizzato esclusivamente per i motori di ricerca e non per gli utenti, secondo Google non dovrebbe comparire tra i primi risultati. Compito principale di Penguin è soprattutto quello di identificare pagine ottimizzate in modo non naturale e di ridurre eventuali manipolazioni.

Chi è stato colpito dall’aggiornamento Penguin?

Già come per l’aggiornamento Panda, sono state prese di mira quelle tecniche Black hat SEO come il Keyword Stuffing o il Cloaking. Anche in questo caso non ci sono conferme ufficiali su quali variabili Google abbia utilizzato per la modifica dell’algoritmo, ma ad un’analisi approfondita dei siti colpiti sono emersi dei chiari segnali, soprattutto per quanto riguarda la generazione di link non naturali.

Tra le azioni che violano le direttive per i Webmaster di Google e che sono state penalizzate dall’update Penguin, rientrano:

  • acquisto di link, per esempio su siti specializzati
  • attività di Link Building troppo veloce
  • alto tasso di link con money keyword nell’anchor text
  • link da ambiti non rilevanti
  • backlink di scarsa qualità provenienti da Link Farm, indici, commenti o footer

Google penalizza con un posizionamento negativo quei siti web il cui link profile rimanda a una delle azioni menzionate. Secondo l’azienda il 3,1 per cento di tutti i criteri di ricerca in inglese hanno risentito del primo aggiornamento Penguin. Con la versione 2.0 di Penguin del maggio 2013 sono stati coinvolti circa il 2,3 per cento delle ricerche effettuate negli Stati Uniti.

2013: Hummingbird update

Per il quindicesimo anniversario di Google, nel 2013 è stato lanciato l’aggiornamento Hummingbird, considerato da alcuni esperti la modifica più significativa dell’algoritmo di ricerca dal 2000. Con l’update Hummingbird non è stato modificato solo l’algoritmo di ranking, ma l’intero algoritmo di ricerca. Hummingbird è la parola inglese per “colibrì”, e per migliorare il processo di ricerca Google si è ispirato esattamente alle qualità di questo uccello, cioè rapidità e precisione.

Qual è l’obiettivo dell’aggiornamento Hummingbird?

Con l’aggiornamento Hummingbird, Google ha ottimizzato il suo processo di valutazione per le ricerche. Fino ad allora erano state raccolte e valutate singole parole e/o combinazioni di parole solo da un punto di vista statistico, cioè senza nesso logico. Il nuovo tipo di ricerca viene anche chiamata ricerca semantica, poiché si basa non più su singole parole chiave ma sulla consultazione completa. L’obiettivo è quello di capire meglio le intenzioni di ricerca dell’utente e di interpretare meglio il suo comportamento online.

Le parole chiave sono sempre molto importanti, e in base alla ricerca fatta viene considerato anche il loro contesto specifico e quindi Google è in grado di rispondere ancora meglio a domande mirate. A partire dall’aggiornamento Hummingbird vengono presi in considerazione anche i sinonimi. I risultati di ricerca non sono più così incentrati su una parola chiave; anche contenuti tematicamente rilevanti che non necessariamente contengono la parola chiave richiesta, possono ottenere un buon posizionamento.

Chi è stato colpito dall’aggiornamento Hummingbird?

Anche con Hummingbird sono stati colpiti quei siti che hanno cercato di migliorare il proprio posizionamento in modo artificiale. Sono stati coinvolti soprattutto i siti web non dotati di contenuti rilevanti e di qualità. Se in più c’era anche un’esatta ottimizzazione delle parole chiave, ovvero una Keyword Stuffing, e un’esperienza d’uso di cattiva qualità, allora il sito finiva in basso nei risultati di ricerca. In compenso ne sono usciti vincitori i siti web che fornivano informazioni di qualità. Il nuovo algoritmo di ricerca ha influenzato secondo Google circa il 90% dei risultati di ricerca.

2014: Pigeon Update

L’aggiornamento Pigeon del 2014 ha rappresentato una grande novità nel mondo di Google. L’update dell’algoritmo di ricerca locale è arrivato negli Stati Uniti a luglio, mentre negli altri paesi durante il periodo natalizio. Con Pigeon Google ha voluto mettere in stretta relazione il meccanismo di ricerca locale con il suo algoritmo generale e offrire così risultati più utili e rilevanti in un contesto locale. Da quel momento il luogo dell’utente viene preso maggiormente in considerazione durante la fase di ricerca e sono cresciuti anche d’importanza i profili di Google + e Google My Business. Pertanto per le piccole e medie imprese si è aperta la possibilità di attirare nuovi clienti tramite il Local SEO.

L’aggiornamento Pigeon ha influenzato sia le mappe di Google sia i normali risultati di ricerca, anche se gli effetti non erano paragonabili agli altri update. Tuttavia ha avuto un impatto significativo, in quanto in tante aziende il rollout di Pigeon ha comportato un cambiamento di strategia. Soprattutto nelle piccole e medie imprese locali e nelle grandi aziende con diverse sedi si è cercato di focalizzare l’attenzione sull’ottimizzazione locale dei motori di ricerca.

2015: l’aggiornamento Mobile Friendly di Google

Fino al 2015 i risultati della ricerca su dispositivi mobili erano una copia della versione desktop. Nell’aprile del 2015 Google ha ufficialmente confermato l’aggiornamento Mobile Friendly, chiamato anche “Mobilegeddon”. La ricerca sui dispositivi mobili acquista così maggiore autonomia e tiene conto dell’usabilità su smartphone di applicazioni e siti web. Questa modifica all’algoritmo ha influenzato soltanto la ricerca Mobile.

Qual è l’obiettivo dell’aggiornamento Mobile Friendly di Google?

Con l’aggiornamento Mobile, Google ha iniziato a svalutare i siti web non mobile-friendly nella ricerca su Google. L’obiettivo è quello di mostrare agli utenti tra le prime posizioni solo quelle pagine adatte alla visualizzazione sui dispositivi mobili e che sono dotate di un’usabilità molto alta: la facilità d’uso su smartphone e tablet diventa quindi un fattore di ranking ufficiale. Numerosi aspetti influenzano l’usabilità su dispositivi mobili e nel nostro articolo trovate ulteriori consigli e indicazioni per l’ottimizzazione Mobile di un sito.

Chi è stato colpito dall’aggiornamento Mobile Friendly?

Rigide penalizzazioni e perdite di ranking, come quelle dei tempi di Panda o Penguin, non sono presenti in questo update, ma ciò non significa che i gestori di siti web possano adagiarsi sugli allori. L’ottimizzazione Mobile di siti web (e soprattutto degli e-commerce) è intanto diventata un must. Nel corso dell’ultimo anno Google è stato utilizzato maggiormente da smartphone e tablet che da computer desktop; chi anche in futuro volesse generare traffico tramite la ricerca organica, dovrà ottimizzare anche per dispositivi mobili. Quindi le pagine non ottimizzate dovranno fare i conti con un posizionamento basso nelle SERPs: nei risultati di ricerca Google informa in modo piuttosto chiaro quali siti non sono ottimizzati per l’uso Mobile.

Gli aggiornamenti di Google: a cena con uno sconosciuto

Gli aggiornamenti di Google sono allo stesso tempo croce e delizia: croce per i gestori di siti web coinvolti nelle cosiddette Penalty (penalizzazioni) e che per mesi hanno subito le loro conseguenze; delizia invece per i continui miglioramenti ed estensioni dell’algoritmo di Google per gli utenti, che possono utilizzare il motore di ricerca sempre meglio e in modo più efficiente.

La grande sfida, anche per gli specialisti del SEO, è quella di capire quali sono le nuove regole del gioco. Spesso l’azienda californiana esegue modifiche agli algoritmi senza fornire informazioni concrete sul tipo di cambiamenti effettuati. Questi aggiornamenti, che non hanno un nome specifico, sono spesso chiamati aggiornamenti fantasma (in inglese “Phantom updates”). Gli effetti sono tangibili e molte ragioni sono ad oggi sconosciute. Ciò non cambierà in futuro e molti altri update, sia ufficiali sia fantasma, fanno in modo che il SEO sia in continua evoluzione e che l’ottimizzazione dei siti web non sia mai abbastanza.

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