Divieto di geoblocking: cosa dice la nuova ordinanza UE
Con l'ordinanza UE sulla portabilità, il 1° aprile 2018 è entrata in vigore la prima parte dell'importante campagna di sblocco geografico: i fornitori di contenuti online a pagamento come Netflix, Spotify e Amazon Prime sono ora obbligati a offrire i propri servizi nella stessa misura e qualità anche se il cliente pagante risiede temporaneamente in uno Stato membro dell'UE che non corrisponde alla residenza specificata nel contratto. Inoltre non sono più consentite restrizioni sul numero di dispositivi autorizzati all'accesso. Quindi, se siete in vacanza, in viaggio di lavoro o di studio in un altro paese dell'UE, potete godere dei vostri servizi di intrattenimento come da casa.
Il geoblocking è un metodo utilizzato dai servizi online per bloccare i contenuti in determinati paesi o regioni. Anche il reindirizzamento dei visitatori alle pagine specifiche del paese viene chiamato geoblock. L'indirizzo IP attraverso il quale un utente è connesso a Internet è la base per il blocco o il reindirizzamento. Il geoblocking viene utilizzato in particolare da servizi di streaming e negozi online.
Alla fine del 2018 il regolamento di sblocco geografico diventerà ufficiale anche nel commercio elettronico. Entro allora i gestori di e-commerce dovranno tirarsi su le maniche e adattare le strutture di vendita transfrontaliere.
Divieto di geoblocking: di cosa si tratta esattamente?
Con l'attuazione degli sforzi di sblocco geografico, l'UE sta rafforzando uno dei suoi obiettivi fondamentali più importanti: la creazione e il mantenimento del libero scambio interno. Il geoblocking è stato per anni un ostacolo in questo senso, che dovrebbe essere finalmente superato con il Regolamento (UE) 2018/302 pubblicato il 28 febbraio 2018. A parte qualche eccezione, il divieto di geoblock significa che i fornitori online di servizi e beni non hanno più la possibilità di mettere la propria offerta a disposizione solo degli utenti di alcuni paesi dell'UE o di stabilire condizioni di acquisto, consegna o pagamento della propria offerta che differiscano a seconda di residenza, sede o nazionalità, come spesso è stato fatto finora.
Le condizioni regionali specifiche per la consegna sono ancora possibili anche dopo l'entrata in vigore dell'ordinanza sullo sblocco geografico, nella misura in cui l'area di consegna della merce può continuare a essere definita in un'area specifica, come ad esempio la specificazione "consegna solo in Italia". Tuttavia in tal caso i clienti con residenza o sede al di fuori dell’Italia o dell'UE devono essere in grado di ordinare la merce e farla consegnare a un indirizzo in Italia.
La data di entrata in vigore del regolamento UE sul blocco geografico è il 3 dicembre 2018.
Quali servizi online (non) sono interessati dal regolamento di sblocco geografico?
Il divieto di geoblocking si applica anche ai servizi online a pagamento. Dal momento che soprattutto i negozi online hanno fatto uso di misure di geoblock, si ritrovano ora a essere tra i più colpiti e messi in discussione. Anche i servizi cloud come il web hosting o servizi di storage online devono inoltre vietare le varianti regionali o nazionali presenti nelle proprie offerte (costi, funzionalità, ecc.) o eliminare le restrizioni per conformarsi alle nuove normative UE.
Tuttavia ci sono anche una serie di servizi e contenuti che sono esenti dal regolamento di sblocco geografico, come ad esempio:
- servizi sanitari
- servizi finanziari
- servizi sociali che soddisfano determinate condizioni
- streaming di eventi sportivi
- e-book
- videogiochi
(L'elenco non è esaustivo.)
Che cosa NON significa il divieto di geoblocking: gli errori più comuni
Analogamente a molti cambiamenti in corso nel mondo online, come l'entrata in vigore del nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati, anche la legge sullo sblocco geografico sta causando molta confusione e preoccupazione tra gli operatori di siti web. Non si tratta solo di stabilire se il divieto si applica al proprio servizio web, ma anche delle complesse questioni collegate.
Ad esempio molti responsabili ritengono erroneamente che il regolamento li obblighi a offrire attivamente i propri beni o servizi in tutti gli Stati membri dell'UE. Tuttavia la legge non prevede tale obbligo. Potete quindi continuare a rivolgervi ai clienti dei paesi dell'Unione Europea di vostra scelta, purché non li reindirizziate verso altri siti con condizioni diverse e purché non escludiate dalla vostra offerta clienti di altri paesi in base al loro luogo di residenza, alla loro sede commerciale o alla loro nazionalità.
Non vi è inoltre alcun obbligo di consegnare in altri Stati membri. Se non offrite di consegnare la merce in un paese specifico, i clienti di questo paese hanno comunque il diritto di ordinare dei prodotti e di farli consegnare in un luogo all’interno della zona di consegna prevista.
Consiglio
Anche dopo l'entrata in vigore del divieto di geoblocking, potrete comunque scegliere liberamente quale mezzo di pagamento accettate.
Quando si tratta di prezzi si ha anche più libertà di quanto sembri a prima vista: ad esempio sono ammesse le differenze di prezzo derivanti dalle diverse imposte sul valore aggiunto. In linea di principio, inoltre, non siete obbligati ad armonizzare i prezzi in tutta l'UE e potete quindi offrire prezzi netti diversi nei diversi negozi dei paesi, a condizione che ciò avvenga "in modo non discriminatorio" (articolo 4, paragrafo 2 del regolamento sul geoblocking). Come si debbano giustificare esattamente tali differenze di prezzo, tuttavia, non è ancora chiaro. Tuttavia sono ancora attese le direttive della Commissione europea.
Quali sono le sanzioni previste per il mancato rispetto del regolamento di sblocco geografico?
L'applicazione del divieto di geoblocking è di competenza di ciascuno Stato membro, che a tal fine deve designare una o più autorità competenti. È inoltre necessario stabilire norme sulle misure da applicare in caso di violazione della legge. Queste devono essere "efficaci, proporzionate e dissuasive" (articolo 9, paragrafo 2 del regolamento sul geoblocking:). In Italia spetta all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato il compito di garantire il rispetto del regolamento. Per le infrazioni possono essere comminate multe fino a 300.000 euro.
Come prepararsi al divieto di geoblocking
Se offrite un servizio web a pagamento e fino ad oggi avete lavorato con il geoblocking, dovreste immediatamente iniziare a reimpostare il vostro progetto. Uno dei compiti più importanti è la disattivazione di tutte le tecniche di geoblock che negano o limitano l'accesso al vostro servizio agli utenti di altri paesi dell'UE. In aggiunta dovreste disattivare l'inoltro automatico ad altre pagine sulla base dell'IP dell'utente. Anche se è possibile continuare a utilizzare le versioni nazionali del vostro sito web, i clienti possono essere reindirizzati solo dopo che hanno dato il proprio consenso (ad esempio cliccando in un menu di selezione della lingua). È inoltre importante che l'utente possa tornare in qualsiasi momento alla versione originale della pagina.
Riprogettate i moduli in modo che anche i dati di contatto di paesi esteri possano essere inseriti facilmente.
Una volta che avete adattato l'area tecnica del vostro servizio web alle linee guida del Regolamento sul geoblocking, dovreste dare un'occhiata ai vostri termini e condizioni e testi legali: verificate se contengono disposizioni che discriminano gli utenti di altri paesi dell'UE e in tal caso cancellate i passaggi pertinenti. Se offrite beni o servizi a prezzi diversi per motivi comprensibili (tasse, spese di spedizione, altre norme nazionali, ecc.), dovreste spiegarlo anche nei termini e condizioni.
Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.