Far rimuovere dei risultati da Google in pochi passi
Il “diritto all’oblio”: nel maggio 2014, in Lussemburgo, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che i motori di ricerca come Google devono rimuovere i risultati di ricerca se contengono dati personali sensibili errati, esagerati, obsoleti o diventati irrilevanti.
Cancellare risultati di ricerca su Google: guida alla compilazione del modulo
Se la vostra richiesta rientra tra i casi sanciti dal “diritto all’oblio”, questo modulo è il punto di partenza su Google.
Primo passaggio: aprite il modulo per la richiesta di rimozione di dati personali su Google.
Secondo passaggio: inserite il Paese in cui si applica la legge, che nella maggior parte dei casi è anche quello in cui avete la residenza.
Terzo passaggio: inserite il vostro nome e indirizzo e-mail. È possibile inviare il modulo anche a nome di un’altra persona. In questo caso è necessario specificare il rapporto giuridico.
Quarto passaggio: inserite i siti web che desiderate vengano rimossi dai risultati di ricerca. A tale scopo, utilizzate l’URL ottenuto dai risultati di ricerca di Google. Se volete segnalare più indirizzi, utilizzate più righe, inserendo un URL per riga.
Quinto passaggio: specificate esattamente il motivo per cui il link deve essere rimosso dai risultati di ricerca. È necessario inserire un motivo per ogni URL indicato. Anche in questo caso, utilizzate una riga per ogni motivo.
Sesto passaggio: inserite il nome con cui voi (o la persona per cui state facendo la richiesta) potete essere trovati su Google.
Settimo passaggio: infine, confermate di essere d’accordo con il trattamento dei dati e che tutti i dati forniti sono corretti. Inserite ora la data corrente, il vostro nome e inviate la richiesta.
Per eliminare i risultati di ricerca su Google, il motore di ricerca offre diversi moduli. Questi si differenziano per il motivo che spinge l’utente a richiedere la rimozione. Oltre al “diritto all’oblio”, ad esempio, sono importanti anche i dati già obsoleti o la pornografia non consensuale. Google ha creato una pagina di aiuto riguardante la “Rimozione di informazioni da Google”, in cui si trovano anche i link ai relativi moduli.
Questo non significa che i dati siano scomparsi da internet. Le voci cancellate sono solo i risultati di ricerca, cioè i link che appaiono negli elenchi dei risultati dei motori di ricerca. Le informazioni sono ancora disponibili, ma non sono più così facili da trovare. Per questo motivo, è bene rivolgersi ad altri motori di ricerca. Anche Bing ha un modulo per le richieste di cancellazione dei risultati di ricerca.
Diritto all’oblio: perché Google deve cancellare i risultati di ricerca con informazioni personali
Tutto è iniziato nel 2014 con la sentenza emanata nei confronti di Google Spagna: la Corte di giustizia europea ha dato ragione a uno spagnolo che aveva chiesto a Google di eliminare i link ad articoli che lo riguardavano. Le informazioni contenute nell’articolo del giornale erano ormai superate da tempo e il querelante riteneva che danneggiassero la sua reputazione. La Corte di giustizia europea si è espressa a suo favore e Google ha dovuto rimuovere il link.
Di conseguenza, le idee del “diritto all’oblio” sono state incorporate nel Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR). L’articolo 17 del GDPR descrive che in linea di principio esiste il diritto di cancellare i dati personali da internet e anche di impedirne l’ulteriore diffusione. Questo include anche i link alle informazioni pertinenti, motivo per cui Google deve reagire. Anche il Codice della privacy (decreto legislativo n. 196 del 2003) contiene norme sulla protezione dei dati personali, tra cui la cancellazione dei dati personali, prevedendone anche delle sanzioni penali.
Solo in determinate circostanze il diritto all’oblio non si applica.
Cosa deve cancellare Google?
Google non è obbligato a soddisfare ogni richiesta di cancellazione. Soprattutto nel caso di personaggi pubblici (come politici o altre celebrità), l’interesse della società per le informazioni può prevalere sul “diritto all’oblio”. Per inciso, il diritto si applica solo alle persone: i link relativi a informazioni sulle aziende non sono inclusi.
In generale, se si vuole chiedere a Google di eliminare i link dai risultati di ricerca, si deve fare riferimento ai dati personali. Le seguenti circostanze sono valide ragioni per richiedere la cancellazione a Google:
- Contenuti obsoleti: se le informazioni sono obsolete da tempo, ma hanno ancora un impatto negativo sulla vostra vita, Google può cancellare la voce.
- Contenuti poco interessanti: molte informazioni presenti su internet non sono interessanti per il pubblico. Google può intervenire anche in questo caso.
- Violazione dei diritti personali: se i vostri diritti personali vengono violati, ad esempio da false insinuazioni su un sito web, avete un buon motivo per richiedere a Google la cancellazione del link.
Poiché il “diritto all’oblio” deriva dal GDPR, Google è inoltre obbligato a rimuovere i link corrispondenti dai risultati di ricerca solo all’interno dell’UE. Gli utenti degli Stati Uniti, ad esempio, continueranno a visualizzare quei link.
È possibile eliminare autonomamente dei risultati di ricerca?
Siete a voi a dover inviare la richiesta di eliminazione dei link a Google, ma non potete rimuoverli da soli. Per questo motivo, è probabile che Google impieghi un po’ di tempo per esaminare la vostra richiesta.
Oltre a presentare una richiesta a Google, avete un’altra possibilità: potete contattare direttamente i gestori dei siti web. Se le informazioni vengono modificate o eliminate, anche i risultati di ricerca su Google verranno modificati di conseguenza. Per accelerare il processo di modifica dei risultati di ricerca, è possibile utilizzare lo strumento per la rimozione di contenuti obsoleti.
Potete anche scegliere di far cancellare le recensioni di Google. In questo modo, potete intervenire contro le false affermazioni sulla vostra azienda. Inoltre, avete sempre la possibilità di cancellare il vostro account Google se non volete che il motore di ricerca sappia troppo sul vostro conto.
Importanti sentenze dei tribunali
Negli ultimi anni, i tribunali europei si sono occupati ripetutamente di casi in cui i querelanti volevano ottenere la cancellazione dei risultati di Google. A volte le richieste sono state accolte, altre volte i giudici si sono pronunciati a favore di Google. Le tre sentenze che seguono danno un’idea della complessità della situazione giuridica e del fatto che spesso si tratta di bilanciare gli interessi.
Diritto all’oblio non applicabile su scala mondiale (2019)
In una sentenza del 2019, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea aveva stabilito che Google non era tenuta ad applicare il diritto all’oblio su scala mondiale. Le motivazioni addotte dal colosso dei motori di ricerca per vincere il ricorso sono state che l’applicazione del diritto all’oblio su scala mondiale limiterebbe la libertà di informazione e favorirebbe i regimi che impongono la censura e controllano la stampa.
Sentenza a favore dell’interesse pubblico (2020)
L’amministratore delegato di un ente di beneficenza in Germania voleva che i link agli articoli sul deficit finanziario dell’associazione regionale da lui diretta sparissero dai risultati di ricerca. Negli articoli contestati, l’interessato era citato con il suo nome e cognome.
Tuttavia, sia la Corte regionale superiore di Francoforte che la Corte suprema federale si sono pronunciate a favore di Google. Questo perché nel caso specifico l’interesse pubblico prevale sul “diritto all’oblio”.
Google deve intervenire in caso di informazioni false (2022)
Una coppia del settore finanziario è stata accusata di metodi commerciali sleali in un articolo. L’articolo in questione era anche corredato da una foto della coppia. I querelanti hanno accusato il sito web di diffondere informazioni false e hanno quindi chiesto a Google di rimuovere i link all’articolo e la miniatura della foto dai risultati di ricerca.
La Corte federale di giustizia tedesca aveva inizialmente dato ragione al motore di ricerca. La Corte di giustizia dell’Unione Europea, tuttavia, si è schierata dalla parte della coppia: secondo quanto da loro emesso, non è necessario che un tribunale decida prima la non veridicità delle informazioni. È sufficiente che la persona interessata fornisca a Google dati pertinenti che dimostrino la non veridicità dei fatti.
Poiché l’UE non ha ancora completato la procedura legislativa sul regolamento eprivacy (dati aggiornati a febbraio 2023), sorgono ripetutamente controversie in questi campi, che vengono portate in tribunale. Ciò vale anche per l’interpretazione della direttiva europea sui cookie. Soprattutto in qualità di gestori di un sito web, dovreste tenervi aggiornati su tali sentenze così da evitare controversie legali.