Cosa succede in background quando si apre un sito web?

Ogni giorno visualizzate sul vostro browser siti internet per scopi lavorativi o privati, consultate prodotti e servizi o utilizzate i social media per restare in contatto con amici o conoscenti.  Molti pensano che richiamare un sito web consista soltanto nell’inserimento del nome di un sito internet nella barra degli indirizzi, ma in realtà è soltanto in quel momento che inizia il processo vero e proprio. In pochi secondi il vostro browser entra in contatto con server di tutto il mondo, interroga i pacchetti dati che vi sono memorizzati e così apre la pagina sul vostro schermo. In questo articolo vi spieghiamo come questo avviene e quali passaggi vengono effettuati.

Dall’URL all’indirizzo IP

Il modo più semplice per aprire una pagina web è inserire il nome del sito nella barra degli indirizzi del browser. Si parla in questo caso di un indicatore di risorse (Uniform Resource Locator, cioè URL), grazie al quale ogni sito è raggiungibile nel World Wide. Ogni URL è composto da più parti, ognuna con una sua propria funzione. Gli URL dei siti seguono di solito il seguente schema:

Protocollo Servizio Second Level Domain Top Level Domain (Percorso) (File)
http:// www. sitoesempio .it /directory /index.html

Il protocollo HTTP viene utilizzato nel Word Wide Web, un sistema di documenti ipertestuali memorizzati elettronicamente, per trasferire i dati di siti web da un server a un browser. Insieme all’HTTP esiste anche una variante di trasferimento cifrata tramite HTTPS (in inglese, Hypertext Transfer Protocol Secure). Nella configurazione standard dell’URL di pagine web, al protocollo di trasmissione e all’indicazione del servizio internet desiderato segue il nome host (il nome identificativo di un dispositivo all’interno di una rete), composto da un top-level domain e un second-level domain. Al second-level domain può inoltre essere subordinato un third-level domain (sottodominio). Se inserendo un URL si deve arrivare ad una directory specifica o ad un file del sito, dopo il nome host bisogna inserire le informazioni corrispondenti.

Il formato di visualizzazione di un URL basato su lettere è il più delle volte scelto in modo tale che sia facile da memorizzare. I computer al contrario usano combinazioni numeriche, i cosiddetti indirizzi IP, per assegnare le risorse su internet. Affinché i contenuti di un sito vengano aperti da un preciso browser è però necessario un ulteriore passaggio, nel quale l’URL di un sito viene convertito nel relativo indirizzo IP. I cosiddetti server DNS, che sono responsabili della gestione del Domain Name System, svolgono questo compito. 

I server DNS: un elenco telefonico per gli indirizzi IP

Se viene inserito un indirizzo internet nella barra degli indirizzi del browser, questo inoltra l’URL a un router. Il router ha il compito di rintracciare l’indirizzo IP corrispondente per il sito web desiderato, mentre le informazioni necessarie vengono fornite da un server DNS. Si tratta di un server speciale incaricato della risoluzione dei nomi di dominio. È possibile configurare quale server DNS debba essere utilizzato sia tramite il sistema operativo sia attraverso la maschera del router. Di default sono impostati i server DNS del provider. Poiché la query nel Domain Name System richiede tempo, gli indirizzi IP delle pagine già visitate vengono di regola memorizzati nella cache DNS del sistema operativo. Questa memoria di transito salva gli indirizzi IP in caso di visite successive della relativa pagina web. Questo alleggerisce il server DNS e accelera l’apertura delle pagine.

Il router come collegamento tra computer e server

Il punto di collegamento tra Internet e la rete domestica è il router. Questo richiede i dati da Internet e li distribuisce su dispositivi di rete come pc desktop, portatili o tablet. Il router serve come collegamento, poiché i dispositivi mobili nella rete domestica comunicano tra di loro con indirizzi IP locali, ma nel World Wide Web mostrano l’indirizzo IP pubblico. La conversione degli indirizzi di rete avviene con un processo chiamato Network Adress Translation (NAT). Nelle moderne connessioni Internet con indirizzi IPv6 non è necessaria una conversione tramite NAT, in quanto ad ogni apparecchio in rete viene assegnato un IP pubblico.

Scambio di dati tramite HTTP

Se il router comunica l’indirizzo IP al sito web desiderato, richiede le informazioni necessarie per la visualizzazione della pagina al relativo server. Questa richiesta avviene tramite il protocollo HTTP sotto forma di un pacchetto di dati, il quale contiene tutte le informazioni di cui il server ha bisogno per consegnare le informazioni del sito. Insieme all’indirizzo IP del sito desiderato, il router comunica il suo indirizzo IP come mittente e fornisce informazioni sul sistema operativo, il browser e il tipo di dispositivo su cui il sito web dovrebbe essere visualizzato. Il server elabora le informazioni relative e trasmette un codice di stato HTTP. Se la richiesta va a buon fine, il server invia al browser un pacchetto di dati con tutte le informazioni necessarie per la visualizzazione della pagina. Qualora il server non trovasse il sito, o risponde con il codice di errore 404, se noto, reindirizza l’utente al nuovo URL con un redirect.

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Visualizzazione della pagina nel browser

I pacchetti di dati in entrata vengono inoltrati dalla rete al computer che ha richiesto di aprire la pagina. In seguito il browser ha il compito di analizzare i pacchetti di dati. Di regola i siti sono formati da file HTML, CSS e JavaScript, che contengono informazioni dettagliate su come il browser dovrebbe visualizzare la pagina web. Mentre i documenti HTML definiscono la struttura e il modo di navigazione di un sito, le istruzioni relative al design sono definite nei fogli di stile (conosciuti con la sigla inglese CSS, cioè Cascading Style Sheets). Gli elementi che servono all’utente per interagire con il sito vengono di solito realizzati con JavaScript. L’interpretazione del codice dipende dal motore di rendering del browser. Uno stesso sito può pertanto presentare delle differenze in base ai diversi browser. Anche il browser dispone di una cache, in cui le informazioni vengono temporaneamente salvate durante l’apertura della pagina. Se una pagina viene riaperta, non sarà necessario richiedere di nuovo tutti i dati al server; il browser carica solo le informazioni che sono cambiate dall’ultima visualizzazione. In questo modo la visualizzazione di una pagina è notevolmente più veloce.

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