Che cos’è una fideiussione?

Una fideiussione (o fidejussione) è un contratto unilaterale vincolante con il quale il fideiussore si impegna nei confronti di un creditore in quanto garante, garantendo appunto di pagare il debito di qualcuno nel caso questo non fosse in grado. La fideiussione costituisce quindi una maggiore salvaguardia per il creditore: in caso di emergenza, il fideiussore assume l’obbligazione del debitore dal relativo rapporto di debito.

Fideiussione: definizione

In linea di principio in ogni fideiussione sono coinvolte tre parti, cioè il garante, il creditore ed il debitore.

Definizione

Secondo il codice civile una fideiussione è un negozio giuridico in cui un garante, chiamato appunto fideiussore, si obbliga nei confronti di un creditore garantendo in luogo di una terza parte, il debitore.

Ciò significa che se il debitore non è in grado di estinguere il debito contratto, il garante si assume la responsabilità di farlo. Il creditore non è direttamente responsabile in questi casi, quindi la garanzia è un contratto vincolante unilaterale.

Nella fideiussione la responsabilità è normalmente solidale il che significa che sia il creditore sia il garante sono obbligati in solido, il che a sua volta comporta che il creditore possa avvalersi per l’adempimento indifferentemente all’uno e all’altro. Invece nella fideiussione con beneficio di escussione (beneficium excussionis), il fideiussore può pretendere che il creditore si rivalga in primo luogo sul debitore. Questo tipo di fideiussione con beneficio di escussione deve però essere specificato espressamente nel contratto.

Come funziona una fideiussione?

Una transazione legale tra due parti non richiede necessariamente un garante. Tuttavia se una delle due parti esegue prima un servizio (i classici casi sono l’erogazione di prestiti o la stipulazione di un contratto di affitto con un nuovo inquilino) e richiede una garanzia di terzi per il corrispettivo dovuto, allora si può ricorrere alla fideiussione. Un caso classico è quello della banca che si rifiuta di erogare un prestito in mancanza di una garanzia da parte del richiedente. Tale garanzia può consistere nell’ipoteca su un immobile oppure appunto in una fideiussione.

Vi sono diversi tipi di fideiussione anche se sottostanno tutti all’articolo 1936 del codice civile italiano:

“È fideiussore colui che, obbligandosi personalmente verso il creditore, garantisce (promessa unilaterale) l’adempimento di un’obbligazione altrui. La fideiussione è efficace anche se il debitore non ne ha conoscenza.”

Naturalmente, pur essendo il rapporto di fideiussione un rapporto tra il fideiussore e il creditore, comporta un precedente accordo tra il debitore e il fideiussore, che però non rientra nel rapporto di fideiussione vero e proprio. Infatti la fideiussione rimane valida anche se il debitore non ne è a conoscenza.

N.B.

La fideiussione non è una garanzia reale, e quindi non attribuisce il diritto di sequela: ciò significa che essendo la garanzia riposta nei beni del fideiussore, se quest’ultimo cede i propri beni a terzi, il creditore non può rivalersi su questi ultimi.

Quali requisiti deve soddisfare il garante?

Normalmente a far da garante sono parenti stretti o amici, ma per la banca non ha importanza la relazione con il garante, quanto la consistenza del suo patrimonio. Quindi non è necessario che si tratti di un parente stretto, ma può essere chiunque sia disposto a garantire e abbia un patrimonio sufficiente per farlo.

Il fideiussore può essere una persona fisica o una persona giuridica e non sono richieste specifiche caratteristiche per il garante, a meno che il debitore sia obbligato a indicare un fideiussore.

I rapporti tra fideiussore e creditore

Come già accennato, il creditore può rivalersi indifferentemente sia sui beni del fideiussore sia su quelli del debitore, nel caso in cui il debitore non corrisponda il dovuto nei termini stabiliti. Soltanto nel caso in cui sia stato pattuito il beneficio di preventiva escussione il fideiussore può richiedere in giudizio che siano sottoposti a esecuzione prima i beni del debitore, indicando però anche quali. Quindi nel caso di fideiussione con beneficio d’escussione il creditore può avvalersi sul garante solo dopo aver escusso il debitore principale. Se però appunto questa operazione dovesse totalmente o in parte non andare a buon fine, allora il fideiussore deve corrispondere il rimanente importo (o intero nel caso l’operazione avesse avuto un esito totalmente infruttuoso).

I rapporti tra debitore e fideiussore

Nel regolare i rapporti tra fideiussore e debitore principale, il legislatore ha posto particolare attenzione alla fase successiva all’estinzione del debito da parte del fideiussore, il quale, dopo aver corrisposto la prestazione pattuita, ha nei confronti del debitore gli stessi diritti che prima aveva il creditore nei suoi confronti, ovvero un diritto surrogato che si espleta negli stessi limiti e termini di quelli che aveva il creditore. Il fideiussore gode anche dell’azione di regresso, che consiste nel diritto a farsi rimborsare dal debitore tutto ciò che è stato pagato al debitore, inclusi interessi e spese sostenute.

Il diritto di regresso è però vincolato a determinate condizioni: il fideiussore però deve sempre avvertire il debitore prima di effettuare dei pagamenti al creditore, in modo che quest’ultimo possa far valere le proprie rimostranze. Se questa comunicazione non avviene, il debitore può rifiutarsi di corrispondere parte delle obbligazioni al fideiussore opponendo le rimostranze che non ha potuto muovere al creditore quando è stato effettuato il pagamento. Inoltre, qualora il debitore, inconsapevole del pagamento del fideiussore, abbia anch’egli adempiuto agli obblighi, il fideiussore perde il diritto di regresso, ossia come già detto il diritto di rivalersi sul debitore per il debito pagato.

La perdita del diritto di regresso può avvenire anche in altri casi, ad esempio se per sbaglio dovesse pagare un debito già estinto per qualsiasi altra causa.

È possibile recedere da una fideiussione?

Normalmente la fideiussione ha una durata indeterminata. Tuttavia il fideiussore può comunicare tramite posta raccomandata oppure tramite posta elettronica certificata la recessione dal contratto. Questo non lo solleva però dal dover garantire il debito contratto fino a quel momento.

Quando una fideiussione è da considerarsi estinta?

Le cause per cui una fideiussione può considerarsi estinta sono solitamente determinate nel contratto, ma vi sono anche specifiche cause che ne determinano appunto l’estinzione. La principale è ovviamente l’adempimento del debito, ma possono esserci altre circostanze, dette cause speciali come ad esempio nel caso in cui il creditore effettui prestiti aggiuntivi al debitore senza valutarne lo stato di difficoltà economica e senza autorizzazione da parte del fideiussore stesso oppure nel caso in cui il creditore abbia effettuato atti illeciti, o in cui l’obbligazione sia scaduta.

Ricordiamo però che la morte del fideiussore non comporta l’estinzione della fideiussione, che invece viene accollata agli eredi, con tutti i diritti e doveri che erano del fideiussore originario.

Fideiussione bancaria e fideiussione assicurativa

Due particolari esempi di fideiussione sono quella bancaria e quella assicurativa. Le differenze risiedono ovviamente nell’istituto con cui si stipula il contratto. Ad esempio la fideiussione bancaria è un contratto tra il fideiussore e l’istituto di credito, il quale fa da garante nei confronti del fideiussore impegnandosi a corrispondere il dovuto in caso in cui esso non assolva l’obbligazione assunta con il contratto. La banca immobilizza un capitale corrispondente al valore garantito, cosa che invece non avviene per la fideiussione assicurativa.

La fideiussione assicurativa è spesso un requisito per i bandi di concorso europei ed è stipulata tra il vincitore e l’ente che deve onorarlo. Nel caso in cui il vincitore non rispettasse gli accordi o l’ente non versasse i soldi dovuti, interviene la compagnia di assicurazione.

Fideiussione in forma specifica e fideiussione omnibus

La fideiussione può essere stipulata nella forma “omnibus” oppure “specifica”. In entrambi i casi il fideiussore si impegna a garantire l’importo massimo stabilito nel contratto, ma se nella forma “omnibus” questo impegno riguarda tutte le obbligazioni, per la “specifica” esso appunto riguarda soltanto quelle specificatamente garantite.

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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