Il regime forfettario: un’opzione alternativa al regime ordinario

Chi decide di mettersi in proprio e guadagnare come libero professionista, sceglie solitamente di aprire una partita IVA e di assolvere tutti gli obblighi previsti per legge dal regime ordinario. Tuttavia, per chi soddisfa determinati requisiti si presenta anche un’altra opzione, particolarmente conveniente soprattutto al momento dell’avviamento dell’attività, quando il volume di affari è ancora irrisorio. Questa possibilità è conosciuta oggi con il nome di regime forfettario (ex regime dei minimi) e offre alcune semplificazioni.

Che cos’è il regime forfettario?

Con regime forfettario si indica un regime agevolato rivolto alle persone fisiche che svolgono un’attività, un’arte o una professione, in qualità di liberi professionisti o ditta individuale; sono perciò escluse le società di persone. Inizialmente questo regime, introdotto nel 2011, prendeva il nome di regime dei minimi, sostituito con la legge n. 190/2014 con un nuovo regime fiscale agevolato, entrato in vigore a partire dal primo gennaio 2015. A partire dal 2016 è stato introdotto un unico regime agevolato, chiamato appunto regime forfettario, anche se coloro che avevano aderito precedentemente ad altri tipi di regime vi sarebbero potuti rimanere fino alla sua scadenza naturale o decidere di passare semplicemente a quello nuovo.

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Regime forfettario: requisiti

Per aderire al regime forfettario e mantenerlo anche negli anni successivi, i liberi professionisti devono soddisfare determinati requisiti, che fanno riferimento all’anno precedente alla richiesta di adozione di tale regime. Questi requisiti prevedono che:

  • i ricavi ottenuti durante l’anno precedente non superino la soglia massima delle entrate annue, stabilite a seconda dell’attività esercitata (tale limite varia tra i 25.000 e i 50.000 euro);
  • le spese per il lavoro dipendente o derivate dal pagamento di collaboratori non superino i 5.000 euro lordi all’anno;
  • il costo totale al lordo dei beni strumentali a chiusura dell’esercizio precedente non superi i 20.000 euro;
  • altri eventuali redditi generati da lavoro dipendente o pensione non superino i 30.000 euro annuali.
Fatto

La soglia stabilita delle entrate annue varia a seconda della professione esercitata, perciò un libero professionista per sapere quanto potrà guadagnare aderendo al regime forfettario, dovrà consultare la tabella dei codici ATECO e ricercare i coefficienti di redditività corrispondenti.

Soddisfatti questi requisiti, il regime forfettario viene applicato in modo illimitato, a patto che non si superino i limiti massimi di fatturato per la propria categoria. Se ciò avvenisse, si verrebbe inseriti automaticamente nel regime ordinario, a cui si è vincolati per 3 anni.

Semplificazioni fiscali previste dal regime agevolato

Con il regime forfettario si ha così la possibilità di godere di alcuni vantaggi a livello fiscale, primo fra tutti l’esenzione IVA. Ciò significa che non si dovrà addebitare l’IVA nelle fatture, negli scontrini e nelle ricevute, perdendo anche il diritto di detrarre l’IVA dagli acquisiti effettuati. Inoltre non avvenendo l’addebito dell’IVA, non si è neanche soggetti alla ritenuta d’acconto. Altri vantaggi sono:

  • l’esonero dalla registrazione delle fatture emesse e dalla registrazione dei corrispettivi;
  • l’esonero dalla registrazione delle fatture di acquisto;
  • l’esenzione, in linea da massima, dalla tenuta e dalla conservazione dei registri e dei documenti;
  • l’esenzione dalla liquidazione e dal versamento dell’IVA;
  • la deroga dalla dichiarazione IVA e da altre comunicazioni di operazioni rilevanti ai fini dell’imposta sul valore aggiunto;
  • l’esonero dagli studi di settore.

Oltre a tutte le semplificazioni esposte sopra, chi rientra nel regime forfettario usufruisce di una tassazione agevolata del 15%, se non persino del 5% per i primi 5 anni nel caso in cui si stia avviando una propria attività (forfettario super agevolato). Di conseguenza si è esclusi dal pagamento di IRAP e IRPEF. Gli obblighi principali di un libero professionista in regime forfettario rimangono quelli di:

  • numerare e conservare le fatture;
  • certificare i corrispettivi;
  • presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi.
N.B.

Chi non applica l’IVA in fattura perché aderisce al regime forfettario, dovrebbe farlo presente chiaramente sulla stessa con un’indicazione del tipo: “Operazione non soggetta all’applicazione dell’IVA” e rimandare alla norma a cui si fa riferimento.

Quando decade l’esenzione dall’IVA nel regime forfettario

Come per ogni cosa, accanto ai lati positivi, ci sono anche degli aspetti negativi. Ad esempio per alcuni soggetti l’esenzione IVA può trasformarsi in uno svantaggio, visto che non si potrà né detrarla né rivalersi dell’IVA a credito (lo stesso accadeva con il regime dei minimi). La questione si fa poi complicata quando si opera oltre confine, ad esempio:

  • nel caso di acquisti intracomunitari che non superino i 10.000 euro l’anno si sarà assoggettati all’imposta secondo la normativa del paese di origine, altrimenti si dovrà assolvere l’IVA indicando l’aliquota e l’imposta nella fattura, oltre che versare l’IVA entro il 16 del mese successivo rispetto a quello in cui è avvenuta l’operazione;
  • nel caso di prestazioni di servizi generici ricevute da soggetti di altri paesi dell’UE o anche extra UE, il libero professionista dovrà versare l’IVA e riportarla opportunamente in fattura;
  • in tutti quei casi dove si applica il reverse charge.

Vantaggi e svantaggi del regime forfettario a confronto

Di seguito vi presentiamo un confronto che mette in luce i vantaggi e gli svantaggi del regime forfettario. I liberi professionisti dovrebbero perciò valutare se non risulti comunque conveniente per loro rimanere nel regime ordinario.

Vantaggi Svantaggi
Nessun addebito dell’IVA   Nessuna rivalsa IVA a credito  
Diverse semplificazioni burocratiche: nessun obbligo di presentare la dichiarazione IVA, nessuna tenuta dei registri contabili  
Prezzo più concorrenziale per il consumatore   Svantaggioso in caso di molteplici operazioni intracomunitarie
Tassazione del 15% e nessun pagamento di IRAP e IRPEF Limiti imposti al fatturato che variano a seconda della categoria

Come accedere al regime forfettario

Dopo aver vagliato i pro e i contro, sorgerà spontanea la domanda: come si aderisce al regime forfettario? Innanzitutto occorre ricordare che possono optarvi sia i liberi professionisti già in attività sia quelli che intendono aprirne una nuova.

Per l’avvio di una nuova attività, è richiesta la compilazione del modello AA9/12, da presentare entro 30 giorni dalla data d’inizio dell’attività, indicando il codice 2 nella sezione “Regimi fiscali agevolati” del quadro B.

Per quanto riguarda chi è già in attività, qualora nell’anno precedente si siano soddisfatti i requisiti richiesti dal regime forfettario, si può applicare automaticamente questo regime senza doverne dare comunicazione all’Agenzia delle Entrate. Il regime forfettario viene infatti considerato un regime naturale e non c’è quindi bisogno di presentare una richiesta esplicita.

Chi, invece, non volesse proprio aderire al regime forfettario pur avendone i requisiti, dovrà semplicemente comportarsi come previsto dalla norma per il regime ordinario e segnalarlo nella prima dichiarazione annuale.

N.B.

Se si opta per il regime ordinario, si dovrà mantenerlo per i successivi tre anni. Alla loro scadenza, qualora si soddisfino sempre i requisiti richiesti per il regime forfettario sarà possibile comunque accedervi (o accedervi nuovamente qualora si sia già usufruito di questo regime agevolato in passato).

Agevolazioni per le start-up previste dal nuovo regime forfettario

Con il nuovo regime forfettario, ex regime dei minimi, le start-up possono godere di un’ulteriore agevolazione per quanto riguarda la tassazione: infatti per i primi cinque anni di attività è prevista una tassazione del 5% invece che del 15%.

Tuttavia anche in questo caso, ci sono dei requisiti importanti da soddisfare, ovvero:

  • non aver esercitato un’attività artistica, professionale o d’impresa nei tre anni antecedenti l’inizio dell’attività;
  • l’attività che si va ad esercitare non deve risultare il proseguimento di un’altra svolta prima come lavoro dipendente o autonomo;
  • se si prosegue l’attività svolta prima da un altro soggetto, i ricavi e i compensi dell’anno precedente non devono aver superato i limiti imposti dalla classificazione ATECO per quell’attività.

Regime forfettario 2019

Finora il regime dei minimi è stato sostituito dal regime forfettario, ancora in vigore nel 2018. Tuttavia, una nuova proposta di legge potrebbe portare dei cambiamenti per il 2019. Infatti se dovesse essere approvata la flat tax, al momento si prevede di estendere il regime forfettario a tutti i titolari di partita IVA con ricavi fino a 100.000 euro. Inoltre potrebbero aver diritto a una tassazione agevolata del 5% tutte le start-up under 35 e over 55, ponendo quindi dei limiti d’età per la richiesta di semplificazioni per l’avvio di una nuova attività.

Ovviamente se il limite dei ricavi venisse aumentato ed esteso anche ad altri tipi di contribuenti (quindi non solo ai liberi professionisti), un maggior numero di categorie potrebbe godere della tassazione agevolata al 15% o al 5% nel caso di inizio attività. L’idea sarebbe quella di incentivare lo sviluppo e la formazione di nuove imprese in Italia. Resta però ancora da vedere se questa proposta diventerà legge e se verranno inserite ulteriori modifiche al progetto iniziale.

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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