Attivo e passivo nello stato patrimoniale

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

Attività e passività riguardano in generale rispettivamente gli impieghi delle fonti di finanziamento e le fonti di finanziamento stesse di un’azienda. Sono le due parti in cui è suddiviso lo stato patrimoniale e si trovano rispettivamente a sinistra (attivo) e a destra (passivo).

Le due parti devono essere sempre bilanciate, essendo questa la regola fondamentale per ogni bilancio. Ciò significa che la somma delle attività deve corrispondere alla somma delle passività.

Definizione

Le attività di un ente o impresa sono i beni posseduti e i diritti, come crediti con garanzia personale, reale, crediti verso lo stato o altri enti, titoli di comproprietà. Le passività sono rappresentate dai mezzi utilizzati dall’azienda allo scopo di finanziare la propria attività.

Attività: l’uso dei fondi

Le attività di un bilancio includono le attività disponibili di una società, vale a dire quelle merci e altri mezzi con cui la società può lavorare per adempiere i propri compiti operativi. Esse compaiono sul lato sinistro dello stato patrimoniale e comprendono:

  • crediti verso soci per versamenti ancora dovuti, con separata indicazione della parte già richiamata
  • immobilizzazioni (immateriali, materiali e finanziarie)
  • attivo circolante (rimanenze, crediti, attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, disponibilità liquide
  • ratei e risconti

Crediti verso soci

I crediti verso soci consistono nei versamenti dovuti dai soci per la sottoscrizione di capitale sociale e la copertura di perdite, nonché per eventuali importi connessi (come interessi di conguaglio).

L’espressione “con separata indicazione della parte già richiamata” fa riferimento solamente alle società locatrici che redigono il bilancio secondo l’art. 2423 del Codice Civile. Significa che la parte che è già stata richiesta ai soci, e che quindi è un credito a breve termine, va indicata separatamente.

Immobilizzazioni

Le immobilizzazioni includono i beni e le attrezzature durevolmente disponibili per la società e utilizzati nelle operazioni commerciali. Per “durevolmente” si intende che se un fattore produttivo verrà venduto a breve, o se una partecipazione verrà dismessa nel prossimo esercizio, non dovrebbe figurare nelle immobilizzazioni. Esse si differenziano in:

  • Immobilizzazioni immateriali (costi di ricerca e sviluppo, di impianto, brevetti, licenze, ecc.)
  • Immobilizzazioni materiali (come terreni, fabbricati, attrezzature, macchinari e impianti, mobili, arredi ecc.)
  • Immobilizzazioni finanziarie (titoli obbligazionari, partecipazioni in altre imprese)

Sia per le immobilizzazioni materiali che per quelle immateriali sono previsti gli acconti pagati ai fornitori e le immobilizzazioni vanno iscritte al netto dei fondi di ammortamento, i quali non vanno segnalati nello stato patrimoniale.

Attivo circolante

I crediti, i titoli e in generale i beni che non hanno la caratteristica di “durevolezza” specificata per la voce delle immobilizzazioni vanno inserite nell’attivo circolante.

Per quanto riguarda i criteri di valutazione vi sono una serie di regole per determinare il valore. Le rimanenze di magazzino, ad esempio, vanno valutate al costo di acquisto o di produzione, oppure nel caso in cui sia minore, al valore di realizzazione (valutabile dall’andamento del mercato).

Ratei e risconti

I ratei e i risconti attivi rappresentano quote di costi o di proventi comuni ad almeno due esercizi. I ratei si riferiscono ai proventi esigibili negli esercizi successivi mentre i risconti ai costi sostenuti entro la chiusura dell’esercizio anche se di competenza di esercizi successivi.

Passività: la provenienza dei fondi

Le passività sono indicate sul lato destro di un bilancio e mostrano da dove provengono le risorse di un’azienda. In generale i fondi di cui l’ente o azienda dispone sono classificate in modo da distinguere i mezzi propri (che confluiscono nel patrimonio netto) da quelli provenienti da terzi. Le passività di un bilancio sono suddivise in:

  • patrimonio netto (capitale sociale, riserva da sovrapprezzo azioni, riserve di rivalutazione, riserva legale, riserve statutarie, altre riserve (distintamente indicate), riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi, utili (perdite) portati a nuovo, utile (perdita) dell’esercizio, riserva negativa per azioni proprie in portafoglio)
  • fondo per rischi e oneri
  • trattamento di fine rapporto
  • debiti
  • ratei e risconti

Patrimonio netto

Per patrimonio netto si intendono il capitale sociale sottoscritto dai soci, le riserve, gli utili e le perdite riportati a nuovo, nonché l’utile e la perdita dell’esercizio.

Fondi per rischi ed oneri

I fondi per rischi ed oneri sono costituiti appunto da fondi destinati a coprire debiti o perdite certe o probabili, il cui ammontare o la cui data di sopravvenienza però non siano ancora noti alla chiusura dell’esercizio

Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato

Il trattamento di fine rapporto riguarda per l’appunto i debiti contratti nei confronti dei dipendenti per l’indennità di fine rapporto, che saranno sborsati al termine del contratto.

Debiti

La voce dei debiti è suddivisa in 14 ulteriori sezioni in cui iscrivere i vari tipi di debiti a seconda dell’ente con cui si è contratto il debito (banche, fornitori, ecc.). Occorre iscrivere a ogni voce gli importi esigibili oltre il termine dell’esercizio successivo.

Ratei e risconti

Anche nella parte passiva del bilancio sono presenti i ratei e i risconti. Mentre però i ratei e risconti attivi si riferivano ai proventi esigibili negli anni successivi e ai costi sostenuti entro la chiusura dell’esercizio, qui al contrario i ratei riguardano i costi esigibili in esercizi successivi (ma di competenza dell’esercizio) e i proventi percepiti entro la chiusura dell’esercizio (ma di competenza di esercizi successivi).

N.B.

Nel caso in cui ci siano elementi dell’attivo o del passivo che rientrino in voci differenti dello stato patrimoniale, occorre annotare nella Nota Integrativa la sua appartenenza anche a voci diverse rispetto a quella in cui è iscritto, se necessario per l’adeguata comprensione del bilancio.

In che modo sono correlati attivo e passivo nello stato patrimoniale?

Le passività sul lato destro del bilancio indicano da dove proviene il capitale di una società, mentre le attività sul lato sinistro mostrano come è utilizzato quel capitale. In breve la ricchezza sorge quando il capitale è investito e le passività generano attività.

Per questa ragione le due parti del bilancio si devono equilibrare. Ad esempio, se uno stato patrimoniale fosse sbilanciato e le attività fossero maggiori delle passività, ciò significherebbe che sono stati investiti più fondi di quelli disponibili per la società, incluso il capitale esterno e ciò non è possibile.

Patrimonio netto e lordo

Il patrimonio lordo, ossia il totale attivo di una società, si distingue dal patrimonio netto effettivo. Le attività totali comprendono il valore totale delle attività di una società (o altra entità economica), vale a dire le sue attività, fondi e sinistri. Il patrimonio netto è costituito da questo totale attivo meno le passività della società (o altro ente economico). Il lato delle passività del bilancio fornisce informazioni sui suddetti debiti.

Esempio: una società possiede una proprietà del valore di 3 milioni di euro. Questo bene fa parte delle immobilizzazioni sul lato dell’attivo del bilancio. Dal lato delle passività, d’altra parte, si può vedere che la proprietà è finanziata al 50 %. Sebbene la proprietà contribuisca con i 3 milioni di euro al totale delle attività della società, il patrimonio netto è di soltanto 1,5 milioni di euro.

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L’importanza delle voci attivo e passivo per la contabilità

Le attività e le passività costituiscono rispettivamente il lato sinistro e quello destro del bilancio di una società. Questo bilancio è a propria volta uno strumento importante che fornisce informazioni sulla situazione economica della società o ente economico in questione. È necessario redigere un bilancio in conformità ai principi contabili, che sono le regole che gli imprenditori con obbligo di bilancio devono seguire quando registrano le proprie transazioni nel contesto della contabilità corrente.

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