Cos’è un ammortamento? Le basi spiegate in maniera semplice
La maggior parte dei beni di un'azienda come mobili, macchinari o edifici, possono essere utilizzati solo per un periodo di tempo limitato, poiché con il passare del tempo perdono valore. Ma anche altri beni, come i beni immateriali quali software, licenze, brevetti o piani di costruzione, e altri oggetti del capitale circolante attivo, quali prodotti semilavorati e prodotti finiti e, per esempio, gli investimenti dell'impresa, possono perdere valore per esempio perché diventano obsoleti o il loro prezzo di mercato diminuisce.
Tutte queste riduzioni di valore riducono il patrimonio della società e devono essere contabilizzati dall'impresa in modo che alla fine si riflettano sul bilancio. Una simile operazione contabile è denominata ammortamento.
È quindi impossibile immaginare una normativa contabile e fiscale senza ammortamento. Tuttavia il termine spesso crea confusione soprattutto a molti giovani imprenditori: qual è la differenza tra ammortamento lineare e ammortamento decrescente? Quali beni possono essere ammortizzati e in che modo? A tali domande si risponderà qui di seguito.
Ammortamento: cos’è? Una definizione
Nel lavoro quotidiano di un’azienda è incluso l’utilizzo dei cosiddetti beni strumentali o cespiti, quali computer, impianti, automezzi, macchinari, mobili per l’ufficio, automobili o anche immobili, che inevitabilmente si consumano. La perdita di valore che questi beni subiscono nel tempo va registrata come ammortamento nelle proprie scritture contabili. La procedura dell’ammortamento non solo è utile, ma anche obbligatoria per legge: le imprese sono infatti tenute a curare un cosiddetto registro dei cespiti, dove annotare tutte le spese relative ad ogni bene.
L'ammortamento consiste nel rappresentare correttamente il patrimonio di un'impresa, per esempio nel suo bilancio. Contabilizzare gli ammortamenti conviene agli stessi imprenditori che possono dedurre i costi dei beni strumentali, parzialmente o interamente.
Beni materiali e beni immateriali
Come anticipato sopra, i beni strumentali o cespiti sono i beni che un’azienda acquista perché vengano utilizzati nel processo produttivo oppure perché necessari allo svolgimento dell’attività imprenditoriale. I beni strumentali si distinguono in beni materiali e beni immateriali:
Beni materiali | Beni immateriali |
Terreni e fabbricati | Costi di impianto e ampliamento |
Impianti e macchinari | Costi di ricerca e sviluppo |
Attrezzature | Costi di pubblicità |
Macchine d’ufficio | Diritti di brevetto industriale |
Mobili, sedie e arredamenti in genere | Diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno |
Automezzi | Concessioni, licenze, marchi e diritti assimilabili |
Imballaggi durevoli | Avviamento |
Tutti questi beni offrono all’azienda la propria utilità nel corso di diversi esercizi e anni, al contrario dei costi di esercizio. Si tratta dunque di beni pluriennali che rimangono all’interno del ciclo di lavorazione per un periodo di tempo medio-lungo, pertanto sono da iscrivere all’attivo dello stato patrimoniale, tra le immobilizzazioni. Il principio alla base che definisce il motivo di tale disposizione è il ciclo di reintegro finanziario degli investimenti, secondo cui si effettua un calcolo del tempo necessario a un investimento perché frutti denaro.
Per esempio un’azienda ha bisogno di un periodo più ampio di un solo esercizio (della durata di 12 mesi) perché un impianto dia i suoi profitti, generando ricavi che permettano di ripagare l’impianto stesso. In parole povere: se la vostra azienda acquista un bene per 10.000 euro nell’anno X, potrà ammortizzarne il costo anche negli successivi in cui ancora si usufruisce del suddetto bene, alleggerendo il carico di costi per l’anno X. Si tratta dunque di un principio di distribuzione dei costi che ha l’intenzione di dare più respiro agli anni contabili in cui si effettuano investimenti in beni strumentali.
Dunque, al fine di ripartire il costo dei beni strumentali si utilizza, per l’appunto, la procedura dell’ammortamento. Ogni azienda è obbligata a tenere il cosiddetto “registro dei cespiti”, dove devono essere annotate tutte le informazioni fondamentali riguardo ai beni strumentali acquistati come costo di acquisto, valori annuali di ammortamento, eventuale demolizione o cessione a terzi.
Come gestire i cespiti
È possibile dedurre solo parzialmente il costo dei beni che hanno un valore di acquisto superiore a 516,46 €. Ciò significa che è necessario distribuire nel tempo la deduzione dei costi rispettando i calcoli predefiniti dal Ministero delle finanze, il quale per mezzo di svariate tabelle indica i rispettivi coefficienti di ammortamento da seguire a seconda della categoria interessata. Ogni azienda deve quindi calcolare correttamente la quota di ammortamento relativa alla deduzione dei costi sulla base di tali coefficienti.
Le spese di acquisizione dei beni con valore di acquisto inferiore a 516,46 € sono interamente deducibili nell’esercizio in cui sono state sostenute. Pertanto in tal caso non è necessario effettuare la procedura di calcolo dell’ammortamento. Ciononostante il bene va comunque iscritto nel registro dei cespiti, poiché contribuisce a costituire il patrimonio aziendale.
Si può dedurre ogni quota di ammortamento di cui sopra a partire dall’esercizio di entrata in funzione del bene. Se ci sono beni che non sono ancora stati del tutto ammortizzati dal complesso produttivo, è possibile inserire il costo residuo in deduzione.
Criteri di ammortamento
La procedura tecnico-contabile dell’ammortamento ripartisce il bene strumentale in più esercizi proporzionalmente al suo consumo e deterioramento. Sono due i criteri di ammortamento esistenti, quello civilistico e quello fiscale.
Ammortamento civilistico
Come si può dedurre dal nome, l’ammortamento civilistico è regolamentato all’interno del Codice Civile, nello specifico dagli articoli 2424, 2425 e 2426. I primi due stabiliscono gli obblighi di iscrizione all’attivo di bilancio del costo dei cespiti e conseguentemente l’iscrizione al fondo di ammortamento nel passivo, nonché i criteri da seguire per la loro valutazione. Questi ultimi vengono definiti più dettagliatamente nell’articolo 2426.
Secondo la disciplina civilistica il periodo di ammortamento inizia quando il cespite è disponibile o pronto per essere utilizzato. Il tipo di ammortamento “puntuale”, che segue l’aspetto civilistico, è una procedura che permette di effettuare il calcolo in proporzione ai giorni (o mesi) di uso nell’esercizio.
Ammortamento fiscale
Per quanto riguarda gli ammortamenti fiscali, invece, viene regolamentato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) dagli articoli 54, 102, 103 e 164. Da un punto di vista fiscale l’inizio del periodo di ammortamento coincide con l’effettiva entrata in funzione del cespite. Inoltre è importante sapere che per il primo esercizio le quote sono ridotte a metà.
In sintesi: cosa significa ammortamento?
- Che cos'è un ammortamento? L'ammortamento è la procedura di calcolo della perdita di valore di un bene strumentale materiale o immateriale. È pari all'importo della riduzione di valore del bene nel corso dell'anno commerciale.
- L’ammortamento è regolato civilmente all’interno del Codice Civile (art. 2424, 2425 e 2426) e fiscalmente nel TIUR (art. 54, 102, 103 e 164).
- Esistono due criteri di ammortamento: civilistico e fiscale.
Le tabelle ministeriali indicano i coefficienti di ammortamento deducibili dei beni strumentali.
Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.