Dilazione di pagamento: quando concordare una rateizzazione di un importo
Gli affari non vanno sempre come dovrebbero e, a volte, può succedere di ritrovarsi in una situazione difficile, tanto da non riuscire a stare al passo con le scadenze. Ci sono diversi motivi per cui si verifica una circostanza simile e ciò avviene indifferentemente alle aziende, ai lavoratori autonomi e persino ai privati. Tuttavia, se nel breve periodo non si riesce ad adempiere come di consueto al pagamento puntuale di fatture o, in generale, si hanno difficoltà nel rispettare le scadenze, le due parti in causa, cioè creditore e debitore, possono accordarsi su una dilazione di pagamento, quindi su una rateizzazione dell’importo dovuto, o posticipare il pagamento con una proroga delle scadenze fiscali. In questo modo si evitano le conseguenze negative del mancato pagamento, che nel peggiore dei casi può portare alla messa in mora.
Cos’è una dilazione di pagamento? Una definizione
Una dilazione di pagamento è per definizione una distribuzione di un pagamento nel tempo, in cui creditore e debitore concordano di rateizzare un importo da pagare o semplicemente lo posticipano (proroga) rispetto alla scadenza precedentemente concordata o stabilita per legge.
Per dilazione di pagamento si intende la posticipazione di un pagamento a una data diversa da quella originaria; nello specifico si tratta di una rateizzazione di un importo dovuto, ma il debitore può anche richiedere al creditore di posticipare la scadenza in un’unica soluzione e in questo caso si parla in senso stretto di proroga, ad esempio delle scadenze fiscali. Accordando una dilazione di pagamento, il creditore può anche applicare dei tassi di interesse, come prevedono l’Agenzia delle Entrate e l’INPS.
Questo strumento è regolato nel Codice Civile, all’art. 1244, che afferma:
“La dilazione concessa gratuitamente dal creditore non è di ostacolo alla compensazione.“
Una dilazione di pagamento può essere concessa sia a livello privato che commerciale, vale a dire che ne possono beneficiare aziende, lavoratori autonomi e privati, e possono essere accordate da enti statali ma anche da altre aziende o privati. Ovviamente è necessario che creditore e debitore concordino sulla dilazione di pagamento e che quindi non si ricorra a questo strumento unilateralmente.
Il creditore non è obbligato a concedere una dilazione di pagamento, ma si tratta sempre di un accordo volontario. Tuttavia, nella maggior parte dei casi pensare a una dilazione o una proroga delle scadenze finanziarie rappresenta la migliore soluzione, così da evitare la messa in mora del debitore.
Vantaggi di una dilazione di pagamento
- Il debitore ha la possibilità di adempiere al pagamento con minori difficoltà in un secondo momento.
- Il creditore può richiedere degli interessi.
- Con la dilazione di pagamento si evita la messa in mora. Tuttavia, se non si ottempera al pagamento dell’importo dilazionato, il debitore sarà tenuto a versare tutta la somma o quella rimanente in un’unica soluzione.
I requisiti per ottenere una dilazione di pagamento
Richiedere una dilazione di pagamento è relativamente facile: basterà che il debitore provi di non essere in grado di saldare l’importo dovuto alla data stabilita, lo faccia presente al creditore e da lì si raggiungerà un accordo tra le due parti, che può ad esempio prevedere una soglia minima di importo dilazionabile. Nell’accordo che si raggiungerà sarà necessario inserire i dati del creditore e del debitore, l’entità del debito e le modalità con le quali si procederà alla dilazione, vale a dire numero delle rate, eventuali interessi o la nuova scadenza concordata.
Tra i privati si intraprende in genere una fase di negoziato, mentre se l’accordo va raggiunto con degli enti pubblici, potrebbero esserci delle procedure più regolate, che prevedono ad esempio l’utilizzo di moduli standard. È il caso dell’Agenzia delle Entrate che, in breve, consente una procedura semplificata online per la dilazione di importi sotto i 60 mila euro, anche senza presentare specifici documenti, con la possibilità di un massimo di 72 rate; nel caso di importi sopra i 60 mila euro sarà necessario allegare l’ISEE per la concessione di una dilazione di pagamento fino a 120 rate. Per ulteriori dettagli, vi rimandiamo alla pagina apposita sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Se viene accordata una dilazione di pagamento, non si viene considerati inadempienti, a patto che si rispetti il pagamento delle rate concordate o che, in generale, non si infrangano le condizioni dell’accordo raggiunto.
Emergenza Coronavirus: proroga delle scadenze fiscali
Per contrastare l’emergenza Coronavirus e aiutare imprese e cittadini in difficoltà, il Governo ha varato il Decreto Liquidità, in vigore dal 9 aprile 2020. Nella maggior parte dei casi è prevista la proroga delle scadenze fiscali per i mesi di aprile e maggio, contemplando anche la possibilità di richiedere una dilazione di pagamento. Tutte le informazioni sono contenute nel Decreto Legge 23/2020, in particolare a partire dall’articolo 18.
Le misure si applicano ai versamenti IVA, alle ritenute e ai contributi di aprile e maggio che possono essere saldati entro il 30 giugno. Se non si riesce a saldare gli importi in un’unica soluzione, sarà possibile optare per una dilazione di pagamento e pagare tutto in 5 rate mensili di pari importo a partire da giugno 2020.
Chi può beneficiare di queste nuove misure?
Tutti coloro che svolgono attività d’impresa, arte o professione e hanno subito una diminuzione del fatturato dovuta al Coronavirus possono usufruire di una dilazione di pagamento. Bisogna però tenere conto delle dimensioni del business. In particolare, va dimostrato che il calo di fatturato risulti di almeno il 33% per ricavi/compensi sotto i 50 milioni di euro o di almeno il 50% sopra tale soglia; in più rientrano nelle misure quei soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professione che hanno iniziato l’attività dal 1° aprile 2019. La sospensione delle ritenute è stata estesa anche agli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore, e agli enti religiosi civilmente riconosciuti, che svolgono attività istituzionale di interesse generale non in regime d’impresa.
Un occhio di riguardo va ai residenti delle 5 province più colpite dall’emergenza sanitaria, vale a dire Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi, Piacenza, che usufruiscono della sospensione del versamento IVA in presenza di una riduzione del fatturato di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni.
Mentre per questi soggetti la proroga delle scadenze fiscali è automatica, i professionisti e gli agenti di commercio possono beneficiare di una sospensione delle ritenute d’acconto opzionale, a patto che siano residenti in Italia, attestino di aver ottenuto ricavi e compensi inferiori a 400.000 euro nel 2019 e non abbiano sostenuto a febbraio 2020 spese per prestazioni di lavoro dipendente o assimilato.
Altre proroghe delle scadenze fiscali
Vi sono anche altre proroghe che sono state predisposte e che slitteranno automaticamente alla data stabilita. Si tratta della Certificazione Unica che è stata rinviata al 30 aprile, così come il canone RAI, mentre la dichiarazione IVA e le comunicazioni Intrastat e dell’esterometro sono state rimandate al 30 giugno.
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