Nota di credito: come funziona e cosa va considerato?

La procedura per emettere una nota di credito fa risparmiare tempo sia ai prestatori di servizi che ai destinatari dei servizi, motivo per cui si tratta di una forma di pagamento molto diffusa. Ma come si emette una nota di credito? Nella contabilità la nota di accredito deve figurare anche nel bilancio.

La nota di credito: tutto quello che c’è da sapere

In un altro articolo abbiamo già trattato in dettaglio cos’è una nota di credito. Ora vi spiegheremo come fare per emettere correttamente le vostre note di credito. Una nota di credito viene emessa da un’azienda fornitrice nei confronti di un’azienda cliente.

Tuttavia è bene ricordare che una nota di credito è differente da una fattura, poiché le note di accredito (art. 26 del DPR n.633/72 cd.) consentono di stornare una fattura già emessa. Dopo che l’azienda fornitrice avrà verificato le informazioni date dall’azienda cliente circa la merce in sovrannumero o difettosa, potrà valutare l’emissione della nota di credito, stornando così la merce già fatturata, insieme all’importo già iscritto nei libri contabili e l’IVA.

Consiglio

Con il termine nota di credito si intende una nota di variazione che serve ad agenzie o imprese anche per correggere o annullare la fattura a causa di errori di calcolo e/o di compilazione. Maggiori informazioni nell’articolo apposito sulla nostra Startup Guide.

Nota di credito: un esempio di registrazione

Supponiamo che lavoriate come grafici per un'agenzia con sede in Germania. In accordo con l’agenzia, avete stabilito la procedura per la nota di credito. Nel primo trimestre il vostro onorario è di 5000 euro più il 19% di IVA (950 euro). Per voi, in qualità di grafici, la registrazione della nota di credito si presenta in questo modo:

Banca: 5.950 Euro Fatturazione: 5.000 Euro
  Tasse di fatturazione 19 %: 950 Euro

Una spiegazione a parte merita il caso in cui la nota di credito sia emessa per sola IVA: questo è il caso in cui, ad esempio, l’azienda fornitrice fattura con IVA al 22% prodotti che, invece, vanno fatturati al 10% o, ancora, fattura dei prodotti con IVA al 22%, nonostante questi fossero in totale esenzione tasse. In questo caso si deve emettere una nota di credito entro la fine dell’anno solare corrente. Questo caso è frequente soprattutto nell’ambito delle ristrutturazioni degli immobili.

Come potete vedere, emettere una nota di credito non è più complicato che emettere o registrare una normale fattura. Vi saranno sicuramente utili ulteriori spiegazioni riguardo tutte le novità sull’emissione della nota di credito.

Le note di credito sono regolate dall’art. 26 del DPR n. 633/72 e non possono essere emesse a discrezione del contribuente, bensì risultano essere sottoposte ad alcune regole, altrimenti rischiano di essere considerate nulle. In linea di massima tutte le note di credito devono essere emesse entro un anno dall’emissione della fattura che si intende modificare, relativa a una prestazione o fornitura.

Tuttavia la legge prevede alcuni casi in cui tale limite di tempo può essere superato e, anzi, non vengono posti limiti di tempo per l’emissione. Tra questi ricordiamo i casi di mancato pagamento a seguito di procedure con esito negativo, la presenza di sconti previsti nel contratto originale e tutte le situazioni che portano alla scissione di un contratto preesistente.

Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.

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