La fattura semplificata: che cos‘è
Si sa che spesso può essere una seccatura dover compilare interamente una fattura, ma oggi una soluzione per risparmiare un po’ di tempo esiste, ovviamente a patto che rispettiate i requisiti previsti. Prima di tutto: cosa si intende per fattura semplificata? Usando questo termine si fa riferimento a un documento che contiene informazioni ridotte rispetto alla fattura ordinaria.
La possibilità di ricorrere a tale fattura è stata introdotta in Italia il primo gennaio 2013 con l’articolo 21 bis del dpr 633/1972 ed è prevista per tutte quelle operazioni che non superino l’importo di 100 euro. Quindi tutti i soggetti passivi, imprese e professionisti, possono decidere di utilizzare questa fattura al posto di quella ordinaria, qualora non si oltrepassi la soglia massima, comprensiva di imponibile più IVA. Inoltre è possibile utilizzarla anche in presenza di note di variazione, come previsto all’articolo 26 dello stesso dpr.
Fattura semplificata: quali informazioni si possono omettere
Come suggerisce il nome stesso, lo scopo di un documento di questo tipo è quello di semplificare, rendendo quindi più facile il compito di emissione delle fatture, ma anche della loro registrazione. Pertanto:
- I dati anagrafici del cliente possono essere omessi e basterà inserire solo la partita IVA o il codice fiscale;
- È possibile indicare l’importo complessivo totale, comprensivo di aliquota, omettendo quindi la distinzione tra imponibile e IVA;
- I beni e i servizi sono riportati in maniera generica, senza specificare necessariamente la quantità, la qualità e la natura degli stessi.
Emettere e registrare una fattura semplificata risulta quindi particolarmente conveniente nel settore della ristorazione, dove è possibile beneficiare maggiormente di queste agevolazioni.
La fattura semplificata può essere emessa a prescindere dal regime in cui si rientra, sia che si faccia parte di quello ordinario o che si aderisca a quello agevolato.
Quando non è applicabile la fattura semplificata?
Finora abbiamo visto come la fattura semplificata serva ad agevolare il processo di emissione della fattura, riducendo le informazioni da riportare, e come per questo possa essere vantaggiosa nella ristorazione. Tuttavia vi sono alcuni casi in cui, malgrado l’importo non sia superiore ai 100 euro, si deve comunque utilizzare una fattura ordinaria e questo accade se:
- si è in presenza di cessioni intracomunitarie;
- si effettuano delle vendite a distanza;
- avvengono prestazioni di servizi o cessioni di beni a favore di un soggetto passivo che risiede in un altro Stato comunitario in cui l’imposta è dovuta.
Conclusione: differenze tra fattura ordinaria e semplificata
Per concludere abbiamo riassunto per voi le principali differenze tra i due tipi di fatture.
Fattura ordinaria | Fattura semplificata |
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È obbligatorio inserire tutti i dati anagrafici del cliente | È importante specificare solo la partita IVA o il codice fiscale del cliente |
L’imponibile e l’IVA devono essere chiaramente specificati | Basta indicare solo l’importo totale con l’aliquota IVA |
Quantità e tipo di merce/prestazione fornito/a devono essere chiaramente specificati | È sufficiente descrivere genericamente la merce e/o la prestazione in oggetto |
Da notare che, a parte queste variazioni, tutti gli altri elementi presenti in una fattura, quali data, numero della fattura, ecc., devono essere obbligatoriamente inseriti.
Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.