Quietanza di pagamento e ricevuta per prestazione occasionale: una spiegazione
Le aziende e i lavoratori provvisti di partita IVA per giustificare i pagamenti emettono fatture e ricevute, che forniscono ad altri partner commerciali o a privati. Ma cosa succede quando un privato deve presentare una fattura a un'azienda o deve certificare un avvenuto pagamento a un altro privato? Aprire la partita IVA non sempre è necessario ma basterà servirsi della quietanza di pagamento o di una ricevuta per prestazione occasionale, a seconda del proprio caso. Vi spieghiamo meglio di cosa si tratta.
Quietanza di pagamento: certificare l'avvenuto pagamento
Per tutelarsi ed evitare possibili contestazioni, alla ricezione di una determinata merce e del relativo pagamento è buona norma redigere un documento scritto che certifichi la consegna e il pagamento del prodotto. Una dichiarazione di questo tipo prende il nome di quietanza di pagamento o semplicemente quietanza. È molto simile a una ricevuta, in quanto con questa si attesta l'avvenuto pagamento.
Solitamente si utilizza quando il creditore deve dichiarare che il debitore ha saldato il suo debito e anche i privati possono servirsene. L'emissione di questo documento diventa obbligatoria se il debitore ne fa esplicita richiesta. Per avere valore legale una quietanza di pagamento deve contenere i seguenti elementi:
- l'indicazione dei soggetti coinvolti, in veste di creditore e debitore;
- l'importo saldato;
- la causale che spiega per quale motivo è stata redatta questa quietanza di pagamento (ad esempio in seguito a cessione di un bene o per saldo di un debito);
- la data di emissione;
- la firma del quietanzante, ovvero del creditore.
Se per errore dovesse mancare la data o la causale sulla quietanza di pagamento, il documento rimane comunque valido. A volte è possibile anche far firmare il documento da entrambi le parti, quindi sia dal creditore che dal debitore. Tutti gli altri elementi indicati sopra sono imprescindibili per garantire la validità della quietanza di pagamento.
Esiste anche un tipo particolare di quietanza di pagamento, con la quale il creditore certifica che non ha niente più a pretendere nei confronti del debitore, in quanto questi ha saldato tutti i crediti pendenti. In questo caso si parla di quietanza a saldo.
Ricevuta per prestazione occasionale: farsi pagare quando non si ha la partita IVA
Può succedere che si svolga un lavoro occasionale per un altro privato o per un'azienda e se tale rapporto non è continuativo, il più delle volte non conviene aprire una partita IVA. Senza partita IVA non si può però emettere fattura e si ha quindi bisogno di un altro documento che certifichi la prestazione svolta, indicando chiaramente l'importo da pagare. In un caso simile si può redigere una ricevuta per prestazione occasionale. Anche in questo caso si tratta di una forma di quietanza di pagamento, che deve contenere:
- la data in cui si è ricevuto il pagamento;
- numero progressivo, utile soprattutto se si lavorerà anche in altre occasioni per una stessa azienda;
- dati anagrafici di chi ha svolto la prestazione, indicato come prestatore, e di chi ne ha richiesto lo svolgimento, indicato come committente;
- codice fiscale del prestatore e partita IVA del committente (nel caso in cui si tratti di un'azienda o di un professionista);
- descrizione della prestazione svolta;
- compenso lordo (se il committente è un'azienda o un lavoratore titolare di partita IVA, questi agirà come sostituto d'imposta e quindi si applicherà la ritenuta d'acconto sulla ricevuta per prestazione occasionale);
- eventuale indicazione della retribuzione al netto d'imposta;
- riferimenti alla normativa, nel caso di esenzione dall'IVA per prestazione occasionale (articolo 5 del DPR 633/72) e in caso di assoggettamento alla ritenuta d'acconto (articolo 25 del DPR 633/72);
- firma del prestatore;
- eventuale marca da bollo se il valore della prestazione è superiore a 77,46 euro.
Per servirsi di una ricevuta per prestazione occasionale è importante che la natura del rapporto con il committente sia davvero occasionale e non continuativo. Inoltre non si dovrebbe superare la soglia di 5000 euro. In caso di dubbi è sempre meglio rivolgersi a un commercialista per valutare l'apertura o meno di una partita IVA.
Quietanza di pagamento e ricevuta per prestazione occasionale: le differenze con una fattura
Una quietanza di pagamento e una ricevuta per prestazione occasionale sono documenti scritti analoghi tra loro. A loro volta sono molto simili a una semplice fattura, pur non potendo definirsi tali. La differenza sostanziale è che chi emette una quietanza di pagamento o una ricevuta per prestazione occasionale non dispone di partita IVA e non deve quindi neanche indicare l'IVA applicabile a un determinato bene o servizio. Inoltre in una fattura è indispensabile inserire un numero progressivo e univoco, cosa che non serve nella quietanza di pagamento ed è opzionale per una ricevuta per prestazione occasionale. In generale poi una fattura deve descrivere la prestazione svolta nella maniera più dettagliata possibile, aspetto che decade in una quietanza di pagamento e non sempre è indispensabile in una ricevuta per prestazione occasionale.
Per maggiori informazioni leggete l'articolo su come compilare ed emettere una fattura e scaricate un modello di fattura sulla nostra Startup Guide.
Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.