Che cos'è la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro?
Solitamente per interrompere un rapporto di lavoro è necessario dare le dimissioni, nel caso sia il dipendente a voler sciogliere il contratto. Se è il datore di lavoro a non voler continuare il contratto di lavoro, al dipendente viene dato il licenziamento. Esiste però una terza opzione, meno comune, che può portare benefici a entrambe le parti in causa, ovvero la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. In questo modo è possibile sciogliere prima il contratto di lavoro a diverse condizioni. Tuttavia ci sono alcune regole da rispettare. Nei prossimi paragrafi vi spieghiamo meglio di cosa si tratta e quando è opportuno ricorrere a una risoluzione consensuale per cessare il rapporto di lavoro.
Qual è la differenza tra la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e il licenziamento?
Una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro è un accordo tra dipendente e datore di lavoro di interrompere un contratto di lavoro senza ricorrere al licenziamento o alle dimissioni.
Mentre la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro è concordata da entrambe le parti interessate, il licenziamento è da considerarsi una dichiarazione unilaterale da parte del datore di lavoro o da parte del dipendente in caso di dimissioni, di cessare il rapporto di lavoro. Entrambe le opzioni hanno valore anche se una delle due parti non è d'accordo allo scioglimento del contratto. Invece, la risoluzione consensuale è valida solo se entrambi i soggetti trovano un accordo.
Grazie a una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro il datore di lavoro e il dipendente concordano sull'interruzione del contratto di lavoro, dalla quale possono derivare dei vantaggi. Il datore di lavoro ha così il vantaggio di non dover sottostare a limitazioni del contratto di lavoro o del licenziamento, ma anche i dipendenti possono trarre vantaggio da una risoluzione consensuale, ad esempio per una riduzione del giorno effettivo di licenziamento o per concordare una maggiore liquidazione.
Seppure una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro porti con sé più libertà d'azione, ci sono alcune regole da rispettare, come stabilito dall'articolo 1372 del Codice Civile. Prima del 12 marzo 2016 non c'erano particolari adempimenti da compiere, mentre ora è necessario formalizzare il rapporto con la compilazione telematica di alcuni moduli resi disponibili dal Ministero del Lavoro.
Il vantaggio con una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro consiste in una maggiore libertà e possibilità di concordare meglio alcuni aspetti per la cessazione del contratto. Importante è stabilire la data di decorrenza, ovvero quando inizia la risoluzione consensuale. La data di decorrenza può essere immediata o differita: nel primo caso la risoluzione consensuale è da intendersi valida dal momento in cui viene sottoscritto l'accordo; nel secondo i soggetti coinvolti convengono che il dipendente lavori regolarmente fino alla cessazione del rapporto di lavoro, o si metta in aspettativa o goda delle ferie rimanenti.
Oltre alla normale liquidazione, è possibile anche concordare una somma di denaro aggiuntiva, sulla quale né il dipendente né l'azienda pagano i contributi INPS. In conclusione, con una risoluzione consensuale si sottoscrive un accordo personalizzato tra azienda e dipendente, che può portare benefici per entrambi.
Vantaggi di una risoluzione consensuale rispetto al licenziamento
Analogamente al licenziamento, anche con la risoluzione consensuale si cessa il rapporto di lavoro. Come già scritto, un accordo di questo tipo può risultare più vantaggioso per il dipendente rispetto al licenziamento o alle dimissioni, perché ha la possibilità di concordare aspetti che non sono previsti dal normale processo di licenziamento. Il contratto di lavoro può terminare così in maniera più flessibile ed è adattato alle proprie esigenze.
Vantaggi per il datore di lavoro
Nessun ticket licenziamento: nel caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non è dovuto nessun contributo aziendale di recesso, fatta eccezione per quei casi che danno diritto all'indennità di disoccupazione NASPI.
Nessun processo formale di licenziamento: optando per una risoluzione consensuale non è necessario seguire la normale procedura di licenziamento e si può procedere più velocemente con la cessazione del rapporto di lavoro.
Tempistiche anticipate: con la risoluzione consensuale non si è legati alle tempistiche previste per legge per il licenziamento, ma si può concordare la data di cessazione del rapporto.
Vantaggi per i dipendenti
Tempistiche anticipate: se il dipendente ha necessità di interrompere il rapporto di lavoro, ad esempio perché ha trovato un nuovo impiego, con una risoluzione consensuale non c'è bisogno di attendere i tempi previsti per legge per il licenziamento.
Buona uscita: in alcuni casi, oltre al TFR, è possibile concordare la ricezione di una somma aggiuntiva di denaro, che è versata proprio nel momento in cui si opta per la risoluzione consensuale.
Personalizzazione: grazie a una risoluzione consensuale è sempre possibile inserire particolari condizioni che non sono normalmente presenti per legge, a patto però che entrambe le parti siano d'accordo.
Svantaggi per il datore di lavoro
Tempi di licenziamento ridotti: il datore di lavoro perde anticipatamente un dipendente e deve perciò trovare in minore tempo un suo sostituto. In questo caso è svantaggioso per l'azienda ricorrere a una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, in quanto il dipendente non lavorerà più in azienda per tutto il tempo stabilito per legge.
Maggiori costi: una risoluzione consensuale può essere subordinata al fatto che il dipendente firma solo se gli sarà accordata una buona uscita e/o condizioni diverse.
Svantaggi per i dipendenti
Tutela del licenziamento: non seguendo il normale iter di licenziamento, il dipendente potrebbe essere meno tutelato sotto alcuni punti di vista, discostandosi la risoluzione consensuale da una classica cessazione del rapporto di lavoro.
Licenziamento anticipato: la data di decorrenza per la cessazione del rapporto di lavoro può essere molto breve e coincidere addirittura con la data di firma della stessa.
Direttive legali della risoluzione consensuale
Pur essendoci meno limitazioni e più libertà con una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, ciò non significa che non ci siano alcune direttive in ambito legale a cui dover attenersi. Innanzitutto, per evitare la pratica illegale delle dimissioni in bianco, dal 2016 è necessario inviare la documentazione prevista online, come stabilito dal Dlgs. n. 151/2015. Il dipendente deve perciò inviare via PEC i moduli al datore di lavoro e all'Ispettorato Territoriale del Lavoro. È anche possibile inviare la pratica autonomamente sul sito Cliclavoro.
Una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non è però irrevocabile: si hanno infatti a disposizione 7 giorni di tempo dalla data di trasmissione del modulo per revocarla, sempre per via telematica.
È prevista una procedura particolare per alcuni soggetti, tra cui:
- una dipendente durante la gravidanza;
- un dipendente durante i primi 3 anni di vita del bambino o nei primi 3 anni di accoglienza del minore adottato o in affidamento.
In presenza di questi casi la risoluzione consensuale deve essere convalidata davanti all'Ispettorato Territoriale del Lavoro, competente per la città in cui si lavora. Successivamente il dipendente verrà convocato dall'Ispettorato del Lavoro per accertarsi dell'effettiva volontà del dipendente di interrompere il rapporto di lavoro; infine l'ufficio apposito rilascia un provvedimento di convalida, che viene trasmesso al dipendente e al datore di lavoro, entro 45 giorni dalla richiesta.
Vi preghiamo di osservare la nota legale relativa a questo articolo.